"Vacanza" ha un bellissimo significato: le cose che sono vuote, libere.
Vuote da ogni lavoro, libere da ogni pensiero che non sia... spensierato!
Non c'è parola più dolce, soprattutto per chi ha l'energia a un livello spaventosamente basso.
Una persona a caso: io. Negli ultimi due mesi sono stata travolta da un lavoro accettato un anno e mezzo fa (quando i tempi erano giusti) e partito solo ora. Ora, però, i tempi sono sbagliati e questo impegno, aggiuntosi all'improvviso a tutti gli altri, s'è trasformato in un'emergenza continua. Sono saltate le buone abitudini, è saltato il metodo Heppell, è saltata la ricarica quotidiana d'energia. Sono prosciugata, stanca e piuttosto antipatica.
In poche parole ho bisogno di una vacanza: tanti giorni liberi da ogni pensiero (lavorativo), vuoti da ogni affanno (lavorativo); pieni di lentezza, attenzioni, pigrizia, carichi di curiosità, scoperte, creatività.
Ho costretto la mia mente a concentrarsi per troppe ore al giorno e l'ho affaticata. Ora le regalo la possibilità di lasciarsi andare, osservare paesaggi nuovi, godersi la pace della natura, rigenerarsi nel silenzio, creare connessioni tra vecchie e nuove informazioni, creare qualcosa di nuovo. Lascerò che mi racconti storie strampalate e svolazzi leggera come una farfalla: sarà divertente e, soprattutto, rigenerante.
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