martedì 27 agosto 2019

Consiglio #4 “Slow Home Slow Living”

Oggi ti consiglio una rivista: Slow Home Slow Living di Sarah Tognetti.

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È una rivista trimestrale – o meglio, stagionale – sulla slow living, cioè l’arte di vivere con lentezza. La fondatrice e direttrice creativa è Sarah Tognetti, già decoratrice d’interni, blogger, collaboratrice di riviste d’arredamento e lifestyle. Il numero zero, dedicato all’estate, parla di pause ed emozioni, tempo e spazio, viaggi e cibo stagionale, di semplicità e valori, mare e montagna, piante e fiori, di natura e connessioni. Come scrive Sarah: Inesorabilmente, siamo legati uno all’altro, ma qual è il nostro scopo? […] Là fuori, da qualche parte, c’è la Natura che vi sta chiamando. Non la sentite?

Ho acquistato il numero zero della rivista per farmi un regalo. Ho aspettato che le copie fossero di nuovo disponibili (la prima edizione è andata a ruba), ho acquistato la mia sul sito e, pochi giorni dopo, l’ho ricevuta. Seguivo le tracce della spedizione su Internet e sapevo che quel lunedì il corriere avrebbe suonato il campanello. L’attesa mi ha fatta tornare bambina, ancor di più aprire la busta e sciogliere il pacchetto in carta semplice: non avevo aspettative, solo grande curiosità. Ed è stata davvero una piacevole sorpresa e lettura.

Come sempre quando non sono sicura di qualcosa, ho cercato il significato di slow living. In italiano si direbbe “vivere con lentezza” ed è uno stile di vita dai ritmi lenti e naturali. Scopro che nasce sulla scia del movimento Slow Food, che negli anni Ottanta e Novanta riporta l’attenzione in Italia alla qualità del cibo in contrapposizione alla quantità, alla lentezza della natura in contrapposizione alla velocità esasperata della produzione industriale. Il termine “lento” indica un movimento che vuole rallentare e trasformare l’andatura rapida e caotica della società in un passo rilassato, più comodo e più ricettivo delle sensazioni provenienti dall’esterno, dalla natura.

Ti consiglio questa rivista perché nella cura che vi è profusa – il formato inusuale, la carta consistente, i colori rilassanti, le immagini evocative – si sente tutto il piacere del vivere lentamente. E, lo sai, vivere con lentezza è anche la mia filosofia (ti ricordi l’Elogio della lentezza di due anni fa?).
Usare bene il tempo per me significa rallentare, seguire i ritmi personali e fermarsi per assaporare ciò che si sta facendo. Fare e non-fare sono altrettanto importanti, rallentare è un dovere e un piacere per noi stesse e per chi ci circonda.


Vuoi portare la lentezza delle vacanze anche nella vita di tutti i giorni? Sabato 7 settembre dalle 16.00 alle 18.00 mi trovi alla Libreria Mondadori di Arona con un nuovo corso di organizzazione personale per prolungare i benefici delle vacanze e sentirti in ferie tutto l’anno. Scrivimi per saperne di più!

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martedì 20 agosto 2019

Consiglio #3 “Minimalism”

Oggi ti consiglio un documentario: Minimalism. A documentary about the important things di Matt d’Avella.

È un documentario sulle cose importanti e segue il viaggio attraverso l’America di Ryan Nicodemus e Joshua Fields Millburn, fondatori del blog The Minimalists e autori del libro Everything that remains (più o meno “Tutto ciò che rimane”), per presentare lo stile di vita minimalista.

Non a tutti piace il termine minimalismo e per alcuni ha un’accezione negativa, perciò l’ho cercato sul sito della Treccani per capire perché. Ho scoperto che il minimalismo è stato, prima di tutto, un movimento politico russo d’inizio Novecento, poi una corrente artistica nata negli anni Sessanta, infine una filosofia e uno stile di vita del terzo millennio. L’aggettivo minimalista significa “ridotto all’essenziale, estremamente semplice e sobrio, limitato al minimo”.
Allora ho cercato sul vocabolario il significato di minimo, per capirne meglio le sfumature. Significa “piccolissimo” e indica la cosa, la parte, la quantità più piccola possibile.

Il minimalismo è una filosofia e uno stile di vita che vuole liberare le persone dalle regole del consumismo: il vero successo nella vita è la libertà, fisica (dagli oggetti, troppi e inutili) e mentale (dai condizionamenti).
E le cose davvero importanti non sono gli oggetti acquistati per essere “felici” o dimostrare il proprio prestigio o l’appartenenza sociale; le cose importanti non sono quelle imposte dalla pubblicità. Nel documentario i due protagonisti ripetono che essere minimalisti non significa privarsi di tutto, ma circondarsi di oggetti che aggiungono valore alla propria vita.

Tra le cose davvero importanti ci sono le relazioni. Mi ha colpito la testimonianza di una giovane mamma: invece di comprare un nuovo vestito per una festa dopo il parto, ha chiesto alle amiche se ne avevano uno da prestarle. Da quel momento, il prestito e la condivisione di oggetti necessari una tantum ha unito ancor di più il gruppo di amici. Come accadeva decenni fa, quando la comunità era una sicurezza e una ricchezza per tutti.

Dunque, che cosa penso del termine minimalismo? Penso che mi piace: non ci trovo nulla di riduttivo o negativo. Penso che non mi piace il consumismo miope e che sia giunto il momento di un cambiamento culturale. Non abbiamo bisogno di molte cose per vivere, ci basta l’essenziale, la quantità più piccola possibile per stare bene e le cose davvero importanti.


Se sei in quella fase della vita in cui stai mettendo tutto in discussione per seguire la tua strada, prenditi un paio d’ore di tranquillità assoluta per guardare il documentario e lasciare i tuoi pensieri in libertà. E se vuoi una mano a concretizzare i tuoi sogni, dai un’occhiata a Flora, il mio servizio di consulenza in remoto: potrebbe esserti d’aiuto.



martedì 13 agosto 2019

Consiglio #2 "Benita Larsson"

Oggi ti consiglio il sito di Benita LarssonNel sito trovi il suo blog (non più attivo) e i suoi canali social.

Quasi dieci anni fa, quando ho iniziato a interessarmi all’organizzazione personale, un’amica mi ha suggerito di seguire il blog di Benita. Fin dalla prima lettura m’è subito piaciuto e ho iniziato a leggerlo dal primo all’ultimo articolo, proprio come fosse un libro: cinque anni e mezzo di creatività, semplicità scandinava e organizzazione.
  Da quando ha smesso di pubblicare sul blog, la seguo sugli altri suoi canali: Pinterest, Instagram e Youtube.

Benita Larsson abita a Stoccolma, in Svezia, in un appartamento in cui si è trasferita da poco. E questo è un bene, perché nei suoi video racconta come sta organizzando la nuova casa, stanza per stanza, patio compreso (su misura dei suoi gatti). Lo fa con gentilezza, un pizzico d’ironia, attenzione ai particolari e indiscussa bravura.
  Di lei mi piacciono:
  • la cura dei dettagli
  • il bianco assoluto
  • i pochi tocchi di colore
  • i materiali naturali
  • la praticità 
  • l’organizzazione degli oggetti
  • l’ottimizzazione degli spazi
  • le soluzioni mai scontate
  • la semplicità 

Mi sono ispirata a lei e alle sue case (ne conosco tre) per organizzare la mia: i cassetti della cucina, soprattutto, sono molto “stile Benita”!
  In casa sua ogni oggetto è riposto secondo la sua funzione in contenitori facili da spostare; ogni cosa è al suo posto, occupa lo spazio necessario e non intralcia né ostacola. Le sue case sono pulite, ordinate, minimaliste ma ricche di freschezza e bellezza: stampe, fiori freschi, mobili vintage o dalle linee pulite, candele, suppellettili particolari, tanto bianco, grigio quanto basta, legno chiaro e una spruzzata di colore (uno solo alla volta).
 La seguo perché mi regala serenità e perché, in fondo in fondo, spero un giorno di riuscire a trasmettere bellezza e poesia come lei.

Piccolo test. Rispondi a queste domande senza pensarci troppo: sai dove sono gli occhiali da sole? E la tessera elettorale? E quel regalo di Natale che hai già comprato? Se hai risposto “no” anche a una sola domanda, dai un’occhiata a Johnnyil mio percorso di interventi a domicilio per organizzare gli oggetti di casa!  
Paroladordine organizzare consiglio 2 Benita Larsson blog

martedì 6 agosto 2019

Consiglio #1 “Vivere 24 ore al giorno”

La mia voglia estiva di leggerezza continua, perciò nel mese d’agosto la farò semplice e ti darò solo consigli: in pratica, ogni articolo sarà un suggerimento!

Oggi ti consiglio un libro: Vivere 24 ore al giorno di Arnold Bennett.

Paroladordine organizzare vivere 24 ore al giorno 1908

È un libriccino di cinquantotto pagine e dodici capitoli, pubblicato per la prima volta nel 1908 ma sembra scritto l’anno scorso, e non centodieci anni fa!
L’autore è Arnold Bennett, scrittore, un drammaturgo e un giornalista londinese del secolo scorso.
In questo libro dà consigli su come utilizzare il proprio tempo al fine di migliorare la qualità della vita: vivere ventiquattro ore al giorno, infatti, serve a ricavare la salute, il piacere, il denaro, il rispetto per sé e per evolvere l’anima immortale.

Dodici capitoli per dodici concetti chiave.
  1. Per vivere ventiquattro ore devi imparare a utilizzare bene il tempo. Il tempo è il nostro miracolo quotidiano, il nostro bene più prezioso, la nostra risorsa democratica.
  2. Fa per te se: sei una persona intellettualmente curiosa, provi una sensazione di aspettativa e inquietudine, aspiri a fare qualcosa in più nella vita e ti sforzi per soddisfare questo desiderio.
  3. Organizzare la tua vita è un compito difficile: sii consapevole dei sacrifici e degli sforzi infiniti, inizia poco alla volta per evitare il rischio di un fallimento precoce. Comincia a esaminare le ore della giornata: otto ore per lavorare, otto ore di sonno e otto ore per tutto il resto.
  4. Lo spreco di tempo è un atteggiamento, per cui non ti interessano né il tuo lavoro né le altre sedici ore. Per vivere pienamente, invece, pianifica le ore extra lavorative: coltiva il corpo, lo spirito e le relazioni con gli altri.
  5. Per non sprecare il tuo tempo, trascorri almeno un’ora e mezzo ogni sera a coltivare la mente(sono i novanta minuti più preziosi), tre serate e quarantotto ore nel fine settimana con gli amici o a fare quel che ti piace.
  6. Limita questo programma a sei giorni alla settimana e conta il tempo extra (le sette ore e mezzo ottenute eliminando gli sprechi) come un grande dono. È un cambiamento che comporta nuove abitudini, sacrificio e forza di volontà: comincia con calma e, dopo tre mesi, procedi con fiducia.
  7. Al mattino, mentre vai al lavoro, aziona il cervello e concentrati su un argomento utile. Con la pratica costante della concentrazione puoi controllare la tua mente, eliminare la preoccupazione e imparare a vivere meglio.
  8. La sera, mentre torni a casa, rifletti sulle cose davvero importanti: la tua mente, i tuoi valori e i tuoi comportamenti. La felicità nasce […] dallo sviluppo della ragione e dall’allineamento del comportamento ai propri valori.
  9. La sera, dopo cena, coltiva la conoscenza: se non ami la letteratura, impara una delle forme d’arte.
  10. Se non ami l’arte, dedicati allo studio di causa ed effetto, del continuo sviluppo dell’universo e del corso dell’evoluzione: si trovano ovunque, dalle attività più semplici ai problemi più complessi.
  11. Se ami la letteratura, coltiva la conoscenza della poesia, della storia e della filosofia. Specializzati in una sola cosa e pensa, mentre leggi.
  12. Evita quattro pericoli: diventare saccente, legarti a un programma (ci vuole elasticità), sviluppare una politica della fretta e fallire all’inizio dell’impresa. Segui il tuo gusto e le tue inclinazioni naturali.
Ti consiglio questo libro perché è attualissimo: in poche pagine ho ritrovato i concetti sul tempo  più importanti degli ultimi decenni. Spiegati con garbo, un pizzico d’umorismo e molta semplicità.
  Mi piace perché non si fa cenno di “gestione” del tempo (follia della nostra epoca), ma di puro e semplice utilizzo. E perché credo in ciò che scrive: lo sforzo che facciamo per usare bene il tempo rende la nostra vita davvero viva e felice.

Il tuo rapporto col tempo è di amore-odio? Dai un’occhiata a Baldo, il mio percorso di consulenze per imparare a usare bene il tempo!
Paroladordine organizzare tempo vivere 24 ore al giorno Arnold Bennett

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