Daniel Goleman, Focus. Perchè fare attenzione ci rende migliori e più felici, 2013 Rizzoli |
Il libro è denso di contenuti e ricco d'informazioni: per leggerlo è inevitabile prestare molta... attenzione!
Ogni capitolo è un crescendo di scoperte e ciascuno mi è servito per confermare alcune mie fresche "intuizioni" e per fare chiarezza nelle mie intenzioni: desidero mettere in pratica alcuni consigli e le vacanze mi sembrano un buon momento per iniziare.
Il libro è diviso in sette parti, che trattano di attenzione, consapevolezza di sé e autocontrollo, empatia, mente sistemica, esercizio intelligente, strategie, futuro. Gli argomenti sono tanti e ben approfonditi, io te ne racconterò alcuni: sono le fondamenta su cui costruire un'attenzione più consapevole. L'attenzione, infatti, non è quella cosa noiosa pretesa dalle maestre, ma una risorsa mentale importante e purtroppo sottovalutata: invece se ben utilizzata, può farci vivere una vita migliore.
Nel nostro cervello agiscono due tipi principali di attenzione: hanno sede in circuiti neurali semi indipendenti e separati, quando è attiva una, l'altra è a riposo e viceversa.
- L'attenzione inconscia è un'attività impercettibile, sempre attiva e di basso consumo energetico: veloce, involontaria, automatica, intuitiva, impulsiva, esegue le attività di routine e svolge contemporaneamente molteplici operazioni. Dà origine al pensiero a breve termine e a decisioni rapide e istintive.
- L'attenzione volontaria è più lenta e faticosa da utilizzare: sede dell'autocontrollo, impara nuovi modelli, elabora nuovi progetti e controlla gli automatismi. Qui hanno origine forza di volontà, scelte intenzionali, consapevolezza di sè, riflessione, pianificazione e concentrazione intenzionale.
Il nostro cervello, infatti, per risparmiare energie è impostato sull'attenzione inconscia: in poche parole, la maggior parte del tempo la nostra mente ozia vagando tra ricordi di eventi passati, possibilità future e ciò che potrebbe non accadere mai; ma non è mai concentrata su ciò che accade qui e ora! Lato positivo: è un'incubatrice di creatività (le idee creative, però, possono trasformarsi in creatività solo grazie a una forte concentrazione). Lato negativo: è un costante brusio di voci interiori - costante!
Sappi che uno dei miei desideri più grandi è trovare il famoso pulsante per spegnere il cervello con un semplice clic. E ora so come fare: devo concentrarmi intensamente su qualcosa di rilassante e le voci spariscono. Così finalmente posso accorgermi delle sensazioni, dei sentimenti e dei pensieri che ho qui e ora, nel presente.
Quando ci concentriamo, infatti, l'attenzione volontaria si focalizza su una singola cosa ignorando tutto il resto. Ha una capacità limitata e il numero massimo di informazioni che può considerare contemporaneamente sono più o meno sette: quando è fortemente concentrata, consuma molte energie e si affatica, perché... è finito il glucosio! L'unico modo per ricaricarsi dopo un affaticamento dell'attenzione è il riposo: la mente si riposa (e annulla il brusio) facendo una pausa rilassante in un contesto tranquillo, meglio se in mezzo alla natura, o lasciandosi andare a un'esperienza totalmente coinvolgente, che richiede un'attenzione totale ma passiva - come guardare un film. Già mi sento meglio.
Un'altra forma di attenzione per me fondamentale è l'autocontrollo, perché permette di tenere a bada le emozioni. Il nemico numero uno dell'attenzione, infatti, sono le distrazioni sensoriali e, soprattutto, quelle emotive: rabbia, nervoso, tristezza, delusione, paura, preoccupazione, ansia, invidia... tutte emozioni che ci avvelenano la vita e ci impediscono di godercela appieno.
L'autocontrollo è il padre della forza di volontà: ci permette di indirizzare la nostra concentrazione sul nostro obiettivo ignorando impulsi, passioni, abitudini e desideri.
Sull'autocontrollo sto lavorando da un po' di tempo: ogni tanto ho dei buoni risultati, altre volte invece non ci riesco proprio. Ma ora so come rafforzare l'attenzione: con esercizi di concentrazione. Mi concentro sul punto del viso tra naso e labbra per sentire il respiro che esce dalle narici: dopo un po', appena mi accorgo che la mente si distrae (inevitabile), riporto l'attenzione sul respiro e mantengo l'attenzione lì. All'inizio è difficile e la mente vaga per minuti interi, ma allenandomi con costanza nel giro di una settimana posso rafforzare la mia attenzione.
Questo libro conferma un'intuizione: allo sbando, senza una guida interiore, non è vivere ma sopravvivere.
Consiglio questo libro a tutti, perché davvero sono convinta che l'attenzione di sé, per gli altri e per il mondo esterno può fare la differenza e permetterci di costruire un'esistenza migliore, dal piccolo (la nostra famiglia e il nostro lavoro) al grande (il mondo intero).
Buona organizzazione
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