All'inizio era il caos.
Prima ancora era la cameretta di due ragazzine, ormai diventate adulte:
spariti i vecchi mobili, altri hanno preso il loro posto e, pian piano,
ogni superficie disponibile si è riempita di qualsiasi cosa. Una specie di Stanza delle Necessità, dove nascondere e, con un pizzico di fortuna, trovare tutto ciò che serve.
Il grande desiderio di M. era che diventasse la sua stanza della creatività, dove passare qualche ora a dipingere, ricamare, scrivere e dedicarsi a tutto ciò che ama. Dove ogni oggetto sia al suo posto, facile da reperire e riporre al termine dei lavori. Magari con un tocco di calore, dato dai mobili di quand'era bambina e dalla vista sul giardino e il ciliegio in fiore. Un luogo dall'atmosfera accogliente, rilassata, quasi dorata. Insomma, una vera sfida!
Il progetto che le propongo prevede diverse fasi:
All'obiettivo principale - avere una stanza tutta per sé per dar sfogo serenamente alla sua creatività -, se ne aggiungono pian piano altri: un angolo per stirare (la lavanderia si trova nel seminterrato e lo spazio per stirare è esiguo), un posto per l'archivio dei documenti di famiglia (ora sparpagliati in vari punti di casa), una postazione per il computer e altri apparecchi elettronici (ora troneggia in mansarda, in un tripudio di cavi, ciabatte multiprese e caos tecnologico). La rassicuro: c'è spazio per tutto.
Il lavoro è lungo, ci incontriamo una volta a settimana e per tre ore di seguito procediamo con metodo, seguendo la nostra tabella di marcia. All'inizio non è facile, sapere di dover affrontare tutta quella massa di roba sgomenta M. Riempiamo gli scatoloni di categorie di oggetti, la stanza prima si svuota e poi si riempie di nuovo, ma questa volta in modo ordinato: ora che la parte più faticosa e fastidiosa è fatta, possiamo iniziare a ottimizzare gli spazi.
M. recupera tre scaffali alti, un buon numero di piccole scatole (altre ne compra), una scrivania e una cassettiera e inizia a sorridere: mi racconta che fin da ragazzina è sempre stata una persona ordinata (le piaceva riordinare i rocchetti di cotone della mamma sarta secondo i colori e l'uso), poi ha sposato un uomo disordinato e accumulatore e, per amore della pace, ha messo da parte la sua indole. Dividere i nastri di raso, le matassine da ricamo, i bottoni per colore; riunire pastelli a cera, matite, pennarelli, carta e cartoncino colorati; separare coccarde da nastri da pacco e carte da regalo; eliminare l'inutile e conservare i ricordi più cari; tutto questo fa star bene M.
A ogni incontro è sempre più contenta del risultato e sente che ogni cosa sta andando al suo posto: la sua stanza della creatività, i suoi strumenti e pure il suo senso dell'ordine.
Due dei tre scaffali sono dedicati, rispettivamente, al materiale per creare (tovaglioli di carta per il découpage, nastri, filati da ricamo, necessario per il cucito, bottoni, nastri pirka, gomitoli e navette da chiacchierino, decorazioni varie, stoffe da tagliare e cucire) e per i regali di Natale.
Sui ripiani degli scaffali le scatole contengono tutto il necessario ben suddiviso e le etichette permettono di andare a colpo sicuro.
La scrivania è ampia e comoda. Sul piano sono appoggiati un album da disegno, un quaderno per scrivere la storia di famiglia e un mappamondo.
La cassettiera su rotelle contiene qualche oggetto di cancelleria, i colori, gli stampini, le carte e i cartoncini.
M. sta già usando la sua stanza della creatività, con grande soddisfazione.
Mancano ancora l'angolo per stirare, la postazione del computer e l'archivio dei documenti, ma... queste sono altre storie, te le racconterò più avanti!
Caspita che LAVORONE! Ci credo che M. è soddisfatta! Un riordino del genere sgombra la mente ancor prima dello spazio. Aspetto il resto della stanza (e della storia)!
RispondiEliminaUn lavoro... immenso! Faticoso all'inizio, perché è difficile vedere l'effetto finale in mezzo al caos. Facile di volta in volta, perché non c'è più bisogno di immaginare: il risultato è davanti agli occhi ��
EliminaBravissime! Ottimo lavoro Alessandra !
RispondiEliminaGrazie 😊 Bravissima M., che si è fidata della mia "visione" e ha lavorato senza risparmiarsi.
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