Sabato 9 e domenica 10 sono stata a Presezzo, nel bergamasco, per partecipare al primo Convegno nazionale Apoi assieme a una sessantina di altri professionisti dell’organizzazione associati.
Di solito gli altri anni a settembre iniziavamo già a lavorare all’Evento nazionale Apoi e preparavamo i laboratori da proporre al pubblico. Per cinque edizioni, infatti, l’appuntamento autunnale era aperto a chiunque fosse interessato al mondo dell’organizzazione personale. L’adrenalina era ai massimi livelli, il desiderio di far conoscere il valore della nostra professione anche: per noi era una festa, coronata poi dalla cena al ristorante tutti assieme.
L’unica cosa di cui sentivamo la mancanza era più tempo per stare tra colleghi, confrontarci sul lavoro, conoscerci meglio, approfondire alcuni temi. Perciò si è deciso di trasformare l’evento aperto al pubblico in un convegno per soli professional organizer. Ed è stato un successo.
È stato davvero interessante ascoltare gli interventi di Sabrina Toscani di Organizzare Italia (e presidente Apoi) e Francesca Pansadoro di TUTTOAPOSTO sulla deontologia dei P.O. italiani nei confronti delle autorità, dei colleghi e dei clienti; di Irene Novello di Ecco fatto! (vicepresidente Apoi) e la sua partecipazione alla conferenza ICD (Institute for Challenging Disorganization) negli Stati Uniti e scoprire – tra l’altro – che i professional organizer degli altri stati ammirano il nostro lavoro (in sei anni Apoi ha superato i cento associati ed è molto attiva su tutto il territorio italiano); delle nostre colleghe Chiara Battaglioni, Alessandra Ziliotto e Paola Tursi di Organizzatessen, Marika Menarello di Casa Poetica sul loro modo di lavorare e le loro attività.
Quel che ho preferito in assoluto sono stati i tavoli di confronto tra i soci senior. Ormai ci conosciamo da qualche anno, ci apprezziamo e stimiamo (con alcuni ho lavorato a progetti in comune, con altri ho scambiato competenze, altri ancora posso considerare amici), ci comprendiamo e andiamo verso la stessa direzione, pur su strade diverse.
Non ci consideriamo rivali ma colleghi, e l’impegno di ciascuno di noi per Apoi (in molti diamo il nostro contributo per realizzare le attività dell’associazione) è un impegno anche per sé, per gli altri e per tutta la professione. Perché perseguiamo lo stesso scopo e siamo convinti di poter migliorare il mondo con l’organizzazione personale.
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