L’estate scorsa mi sono immersa nella lettura di un libro fondamentale per la mia formazione di professionista dell’organizzazione: Il potere delle abitudini. Come si formano. Quanto ci condizionano. Come cambiarle di Charles Duhigg.
La maggior parte delle persone mi contattano perché qualcosa nella loro vita è cambiato o sta per cambiare. Non c’è nulla di strano: volenti o nolenti, la vita è cambiamento costante. Le vicissitudini, le esperienze, le novità ci inducono ad adattarci a nuovi bisogni e desideri, e ci invogliano a trovare un nuovo stile di vita.
Il modo in cui vivi è fatto di tante, piccole abitudini quotidiane e, se vuoi rinnovarlo, ti tocca modificare alcune abitudini e introdurne di nuove: non è facile, ci vuole impegno, costanza e una motivazione sempre fresca.
Ma che cosa sono le abitudini?
Lo spiega bene Charles Duhigg, giornalista americano e vincitore del premio Pulitzer. Che sia giornalista, lo si capisce subito dalle prime pagine del suo libro: è un racconto fluido e avvincente, ricco di esempi, esperimenti e scoperte scientifiche, con riferimenti precisi delle fonti utilizzate.
Il libro è diviso in tre parti, dedicate alle abitudini degli individui, delle organizzazioni di successo e della società. Da ciascuna s’impara qualcosa in più su cosa sono le abitudini, come si formano e come si cambiano.
Lo scopo del libro, infatti, è dimostrare che le abitudini si possono cambiare e che, quando sappiamo di avere un’abitudine nociva, abbiamo la responsabilità di cambiarla.
Le abitudini sono ciò che ci permette di fare una cosa con difficoltà la prima volta, ma ben presto di farla sempre più facilmente e, infine, farla in maniera semi-meccanica oppure senza quasi averne coscienza.
Come la memoria e il ragionamento, sono la base su cui costruiamo giorno dopo giorno il nostro comportamento.
I bisogni innescano il ciclo dell’abitudine, il processo in tre parti che dà origine all’abitudine: è formato da un segnale, una routine (cioè una sequenza di azioni) e una gratificazione che soddisfa il bisogno.
Gli scienziati hanno scoperto che per modificare un’abitudine è necessaria una decisione, bisogna sforzarsi consapevolmente di identificare i segnali e le gratificazioni che guidano le routine e trovare delle alternative.
In alcuni casi basta cambiare un’abitudine chiave, talmente forte da innescare una reazione a catena, modificando altre abitudini. In altri invece, c’è bisogno di allenare la forza di volontà, fino a farla diventare… un’abitudine (!) all’autodisciplina.
L’appendice è una sorta di guida per usare le informazioni del libro.
Come ogni individuo, ogni bisogno e ogni abitudine sono diversi, così sono diversi i metodi per cambiarle. Per questo motivo Duhigg propone un modello per sperimentare con quali mezzi modificare le nostre abitudini.
Il modello si basa su quattro fasi: prima identifichi la routine, che è il comportamento che vuoi cambiare (per esempio, mangiare biscotti a metà mattina); poi sperimenti gratificazioni diverse per capire quale bisogno ha innescato l’abitudine (per esempio, insoddisfazione); quindi prendi nota di luogo, tempo, stato emotivo, altre persone e azione immediatamente precedente per identificare i segnali abituali (per esempio, l'orario); infine elabori un progetto, per cui al solito segnale sostituisci la routine con un altro comportamento che ti dà la stessa gratificazione di cui hai bisogno (per esempio, giocare coi cani invece di mangiare i biscotti). E così hai cambiato un’abitudine.
Il libro di Duhigg mi è piaciuto perché spiega con semplicità e in modo avvincente le scoperte neuroscientifiche su come funzionano le abitudini, e mi ha dato spunti per aiutare le persone a cambiarle e acquisirne di nuove per usare bene il tempo, migliorare il proprio stile di vita e dedicarsi a ciò che davvero conta per loro.
L’organizzazione personale, infatti, ti aiuta a creare nuove abitudini, definire gli obiettivi e prevedere gli ostacoli per vivere il cambiamento con serenità e successo.
Nessun commento:
Posta un commento