Da bambina, agli inizi di settembre, partecipavo alla classica spedizione in cartoleria per recuperare il nuovo materiale scolastico. Scegliere il diario era un momento di pace e concentrazione: doveva essere del colore giusto, le pagine dovevano avere quell'odore particolare (non troppo pungente), la struttura doveva essere semplice e permettermi libertà di espressione.
Col passaggio al liceo, non ho mai avuto dubbi: acquistavo il nuovo modello di Smemoranda e pregustavo il momento in cui l'avrei personalizzata con scritte, citazioni, disegni, adesivi...
All'università non usavo l'agenda, mi bastava un programma settimanale in formato A3 appeso sopra la scrivania per dare un'occhiata ai miei pochi impegni, e il quaderno degli schemi per pianificare gli esami.
Nemmeno quando lavoravo nei cantieri archeologici ne avevo bisogno: il lavoro iniziava lunedì alle otto del mattino e finiva venerdì alle cinque del pomeriggio. L'unica cosa da sapere era dove andare e con quali mezzi.
In realtà l'acquistavo più per abitudine che per necessità: scrivevo qualcosa, pensieri, luoghi visitati, persone incontrate... Ma l'abbandonavo presto, perché era inutile.
Quando ho iniziato a lavorare in proprio, mi sono ritrovata a inizio dicembre a cercarne una per i miei nuovi impegni. Prendevo la prima che capitava, di solito con una bella copertina, tascabile e con la settimana su due pagine: volevo averla sempre con me (ai tempi non ero mai a casa), mi serviva poco spazio per segnare gli appuntamenti e non facevo assolutamente alcuna pianificazione (ehm).
Poi ho conosciuto l'organizzazione personale. Ho studiato, approfondito, cercato e provato di volta in volta sistemi e tecniche di organizzazione degli impegni nel tempo per non dimenticarmi nulla, prepararmi in anticipo e fare più cose in meno tempo. Iniziavo a cercare l'agenda perfetta per le mie esigenze a ottobre, ma in commercio non ne trovavo nemmeno una che mi soddisfacesse fino in fondo.
Allora ho pensato di farmela!
Nel 2016 ho realizzato la mia prima agenda ad anelli: semplice, con il calendario annuale e mensile, un giorno per pagina diviso in due colonne per segnare appuntamenti e attività, e le liste di cose da fare. Dopodiché, ogni anno mi sono affidata al fai-da-te per avere un'agenda su misura per me, i miei impegni e le mie passioni.
Ogni volta segnavo che cosa non funzionava per apportare modifiche alla versione successiva: nel 2017 ho diviso la pagina giornaliera in orizzontale, con gli appuntamenti sopra e le cose da fare sotto, e aggiunto la lista dei progetti suddivisi per priorità; nel 2018 ho usato per la prima volta il calendario settimanale per pianificare i progetti con largo anticipo; nel 2019 ho diviso il calendario annuale in trimestri (ognuno con un colore diverso) e le attività della pagina giornaliera in "più importanti" e "altre"; nel 2020 l'ho modificata ancora e inserito un riquadro per il controllo periodico dei risultati e uno spazio per le note.
Come sarà l'agenda del 2021? Finora è evoluta insieme a me, adattandosi ai miei bisogni organizzativi e permettendomi di sperimentare nuovi modi e nuovi sistemi, perciò... sto progettando un nuovo modello! Avrà una struttura più funzionale, sezioni più organizzate e risentirà dell'influsso benefico dei miei "maestri del tempo": David Allen e il suo metodo GTD, Michael Heppell e la sua Tecnica dei Tre Giorni, Francesco Cirillo e la Tecnica del Pomodoro.
In questi anni ho capito una cosa: in commercio non esiste l'agenda perfetta per tutti. Ma l'agenda perfetta per te esiste: è fai-da-te, su misura e in continua evoluzione, proprio come la tua vita.
hai proprio ragione! anche per me è così!
RispondiEliminaPoi è divertente!
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