venerdì 28 novembre 2014

La Signorina O dice: metodo

Quando leggo di organizzazione degli spazi a volte incontro parole del tutto nuove (per la maggior parte in inglese) che introducono nuovi concetti, e spesso parole tecniche che già conosco - le ho trovate per la prima volta studiando archeologia.
L'archeologo procede con metodo e secondo strategie, raccoglie e documenta le informazioni, redige liste, suddivide i reperti per classi e tipologie, formula ipotesi, verifica le ipotesi tramite esperimenti, cataloga, archivia. Ogni volta che "affronto" un nuovo spazio da organizzare, faccio lo stesso.

Mi piacerebbe vedere queste parole assieme a te di volta in volta. Oggi la Signorina O (la fanciulla dai capelli a nuvoletta qui sopra) suggerisce d'iniziare con una parola che conosco bene: metodo.
paroladordine-metodo

Forse è deformazione professionale, ma per me procedere con metodo, cioè secondo dei passaggi successivi e logici, è fondamentale per raggiungere il risultato migliore.
Il mio metodo preferito, quello con cui mi trovo meglio, è il metodo ka-boom. Provo a descrivertelo usando come esempio la riorganizzazione della nostra lavanderia (lavori in corso di questo mese).
  1. Individuo il problema: in un unico spazio di dimensioni ridotte deve trovare posto tutto il materiale del fai-da-te (filati, ferri, uncinetti, navette da chiacchierino, stoffe, scatola del cucito, bottoni, macchina da cucire, imbottitura sintetica, lastre di polistirolo, fili di metallo e di naylon, perline, carta giapponese, nastri colorati - sicuramente dimentico qualcosa) e tutto il necessario per una lavanderia attrezzata (lavatrice, ceste per il bucato, detersivi, stendibiancheria, mollette), ma il materiale del-fai-da-te occupa quasi tutto lo spazio e rende difficile le varie e noiosissime attività della lavanderia.
  2. Individuo le esigenze: dividere le due funzioni (fai-da-te e lavanderia vera e propria) in due aree ben distinte e separate; liberare il piano di lavoro per permettere le attività della lavanderia (lavare, stendere, piegare, stirare e rammendare).
  3. Tengo conto delle abitudini: avere uno spazio in cui conservare per qualche giorno i vestiti da stirare e rammendare; suddividere il bucato per modalità di lavaggio; mantenere l'accessibilità ai filati più in uso.
  4. Misuro i contenitori: segno sul "quaderno dei progetti" le misure complete dei mobili della lavanderia (compresi gli ingombri delle cerniere delle ante all'interno dei pensili e del sifone del lavello), degli spazi tra lavatrice e termosifone e tra termosifone e accesso alla lavanderia.
  5. Svuoto completamente lo spazio: tolgo da mobili, pensili e area sottolavello tutti gli oggetti e li sparpaglio su una superficie ampia, in questo caso sul tappeto nella camera lì vicino - con un piacevole effetto bomba, ka-boom!
  6. Suddivido gli oggetti: raggruppo ogni oggetto in base alla sua funzione, quindi da una parte quel che riguarda il fai-da-te e da un'altra ciò che è inerente alla lavanderia; poi, all'interno di ogni gruppo, suddivido gli oggetti in gruppi più piccoli: i filati, le carte, le stoffe e via così.
  7. Misuro l'ingombro dei contenuti: valuto quanto spazio occupa ciascun gruppo di oggetti e lo confronto con le misure dei mobili in cui voglio inserirli; in questo modo so se ho bisogno di contenitori (scatole, ceste, sacchetti, borse, vassoi) e di quali misure.
  8. Formulo un'ipotesi: sul "quaderno dei progetti" riporto le misure dei mobili e dei contenitori in cui riporre gli oggetti e decido la loro posizione in base alla funzione, alla praticità e alle nostre abitudini.
  9. Verifico la validità dell'ipotesi: seguendo il progetto disegnato sul quaderno, sistemo gli oggetti nei contenitori (da recuperare o acquistare) e i contenitori nei mobili al loro posto. Se tutto funziona, non faccio cambiamenti, altrimenti rivedo il progetto.
  10. Risolvo il problema: quando avrò organizzato tutta la lavanderia (ahimé, sono ancora alle prese col materiale fai-da-te!) e avrò trovato un posto a ogni cosa, testerò l'organizzazione per almeno un mese. Se resiste, vorrà dire che funziona, altrimenti dovrò individuare il problema (non risolto o nuovo) e ricominciare da capo per risolverlo.
N.B. Com'è facile intuire, il metodo ka-boom può essere mooolto pericoloso se i passaggi da 5 a 9 non sono rapidi e consecutivi... Si rischiano scioperi e malumori da parte del resto della famiglia - quando va bene.

Buona organizzazione!


4 commenti:

  1. E infatti il mio problema è proprio che dopo il ka-boom la maggior parte delle volte vengo travolta da cose più urgenti e..... tu sai come va a finire veroooo ???

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    1. Purtoppo, Annalisa, so bene come va a finire - e anche il marito! -_-

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  2. Ti confesso una cosa: da quasi un anno vivo con mia madre con tutta la mia famiglia in attesa che ci consegnino la nuova casa e mi manca tantissimo il non poter riorganizzare gli spazi, gli oggetti e tutte le nostre abitudini!

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    1. Ti capisco, una cosa del genere era capitata anche a me. Però, dai, tra poco ti sfoghi!

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