Forse questo lungo cammino doveva portarmi proprio qui, in questo preciso punto e istante del mio percorso.
Dall'inizio del mese mi è capitato più volte di spiegare alle persone di che cosa mi occupo e che cosa faccio nel concreto. La mia risposta è più o meno così:
mi occupo di organizzazione personale e sono specializzata in uso del tempo, insegno alle persone un metodo per gestire i propri impegni, vivere bene le loro giornate e raggiungere gli obiettivi prefissati (per esempio, stare di più con la famiglia, andare a dormire soddisfatte dei risultati raggiunti, fare un'ora di esercizio fisico al giorno, trovare un equilibrio tra doveri e piaceri);
in concreto utilizzo tecniche, strumenti e metodi organizzativi provati personalmente, preparo una strategia personalizzata e accompagno le persone, con una serie di incontri da remoto, dal primo passo fino al risultato finale.
Mi è capitato anche di raccontare più volte di come abbia fatto tutto al contrario:
- mi sono buttata nel mondo dell'organizzazione per interesse e bisogno personale (ero pronta a uscire da un lungo periodo di crisi) senza un piano definito;
- ho chiuso un gruppo Facebook molto attivo e vivace di diecimila persone senza pensare alle conseguenze (perdita di pubblico, statistiche a rotoli, commenti sgradevoli), perché non mi sentivo più a mio agio e volevo di più;
- ho iniziato il blog in modo amatoriale coinvolgendo altre blogger e poi ho sentito il bisogno di fare le cose sul serio e promuovere la mia professione;
- ho chiuso collaborazioni importanti che mi avrebbero dato visibilità e fatto conoscere persone in gamba, perché non ne condividevo la filosofia né la politica;
- ho fatto un salto degno di un salmone da un ambito molto conosciuto e condiviso (l'organizzazione domestica) a un altro più intimo e nascosto (l'uso del tempo) senza rete di salvataggio.
L'organizzazione è la quintessenza dell'umanità, perché il linguaggio, il pensiero logico, il pensiero creativo, la pianificazione, il tempo e la lentezza sono prerogative della nostra specie.
Siamo così da duecentomila anni, sebbene in questi ultimi decenni lo sviluppo economico e tecnologico ce l'abbia fatto dimenticare: è ora di riscoprirci esseri umani e fare ciò per cui siamo nati.