Alterno periodi di prodigalità a periodi di avarizia, e fasi di "prendine, finché ce n'è " a fasi di "guardare e non comprare". Il fatto è che, pur non essendo una tremenda spendacciona, non sono mai stata attenta al mio denaro.
Poiché è un argomento che mi manda in tilt, giro la testa dall'altra parte e fingo che non sia importante. Complimenti, ragazza.
Dicono che i soldi non diano la felicità.
Sono convinta, però, che sappiano regalare serenità e siano in grado di realizzare i sogni. E di sogni, io ne ho tanti.
Primo fra tutti, fare una vera vacanza: due settimane lontana da casa (ché dopo qualche anno le casanze non rigenerano più), in un luogo nuovo, con orizzonti nuovi negli occhi e pensieri nuovi in testa.
L'anno scorso abbiamo seguito il metodo genovese di accantonamento passato da un'amica genovese (appunto). Ha funzionato per sei mesi, poi - non ho ancora capito perché - è naufragato. Credo che il punto sia proprio questo: capire.
Voglio che entrambi siamo più consapevoli dei nostri soldi e soprattutto dei buchi neri in cui scivolano via.
Perciò mi affido al kakebo, il libro dei conti di casa giapponese per conoscere per filo e per segno la natura della nostra relazione coi soldi.
Lo userò anche come una lente d'ingrandimento per conoscermi meglio e migliorarmi.
Abbiamo fatto le prove a novembre e dicembre (disastro) e dal primo lunedì del mese compiliamo il nostro kakebo (successo):
- a inizio mese segniamo l'obiettivo mensile (importantissimo)
- ogni giorno conserviamo gli scontrini (nel bellissimo raccoglitore a soffietto del nostro diario delle spese)
- ogni sera trascriviamo le spese
- a fine settimana tiriamo le somme
- a fine mese incrociamo le dita (ehm)
Siamo molto motivati: abbiamo un sogno coi baffi da realizzare e non vogliamo farcelo scappare.