martedì 28 maggio 2019

Se fossi...

Se fossi un animale, sarei una tartaruga e il mio motto sarebbe: «Chi va piano, va sano e va lontano».

  Non sono sicura che al giorno d’oggi andare piano nel mondo del lavoro sia una furbata. Troppe volte in questi mesi ho avuto belle idee e poi le ho viste realizzate da altre persone, più brave e capaci a proporle di me. Ma ad andare veloce non riesco, i miei ritmi sono tranquilli e preferisco elaborare con calma le novità.
  Ho seguito il mio intuito e inserito una nuova rotta alla mia attività: voglio occuparmi un po’ meno di organizzazione domestica e sempre più di come organizzarsi nel tempo per realizzare lo stile di vita dei propri sogni.
  Da qualche tempo sto preparando i miei nuovi servizi: voglio che siano chiari, semplici e davvero utili. Sto lavorando alla loro essenza, ai testi che li accompagnano, alle immagini che li rappresentano, mi sto mettendo nei tuoi panni per capire se davvero funzionano.
  La mia lentezza mi ha permesso di confrontarmi con professionisti che stimo, di guardarmi attorno (è inevitabile, anche se preferirei “concentrarmi” solo sul mio lavoro) e di ragionare su quel che ho visto e quel che voglio fare.

Se fossi un mestiere sarei una sarta (come mia nonna) e il mio motto sarebbe: «Cucito su misura».

  Ho notato che l’argomento tempo (il cosiddetto time management) è un argomento molto sentito (quasi “sociale”) e per questo discusso e proposto da un gran numero di professionisti di diversi settori: counselor, life coach, marketer, imprenditori, artigiani, comunicatori… Alcuni spiegano come usare tecniche e strumenti, altri insegnano il proprio metodo per produrre di più in meno tempo o ritagliarsi delle ore per sé o conciliare casa e lavoro.
  E poi ci sono io. Che cosa posso offrire di diverso? Qual è il valore aggiunto dei miei servizi? Che cosa mi spinge a fare questo lavoro e a rendermi utile?
  Dopo averci pensato, sono giunta a una conclusione: è l’essenza stessa dell’organizzazione personale, cioè la capacità di trovare la soluzione giusta (quindi diversa e personalizzata) per chiunque abbia un problema. Uso le tecniche e gli strumenti organizzativi che ho provato su me stessa, propongo quelli più adatti e costruisco insieme a te il tuo metodo. 

Se fossi uno mezzo di trasporto sarei una navicella spaziale e il mio motto sarebbe: «Cambia prospettiva».

  Immagina di volare in alto, oltre il cielo, fino alle stelle. Da qui puoi vedere la Terra che brilla di miliardi di puntini colorati: ogni puntino colorato è una persona, ogni persona è diversa dall’altra. Diversi sono i desideri, il contesto, le aspettative, le motivazioni, le abitudini, i problemi, le necessità, le aspirazioni, i sogni.
  Perciò, come può esistere un sistema valido per tutti? Non esistono regole, tecniche, strumenti, metodi universali: esistono regole, tecniche, strumenti, metodi che si adattano e sono scelti secondo i bisogni, i problemi, la personalità e lo stile di vita di ciascuno di noi.
  Ecco, con i miei nuovi servizi voglio aiutarti a risolvere i problemi che ingarbugliano le tue giornate con un buon uso del tempo, sviluppare le abilità organizzative per vivere con serenità e trovare il tuo metodo, quello che senti tuo e che ti rappresenta appieno. 

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martedì 21 maggio 2019

Le attività quotidiane cui non rinuncio

Sto cambiando stile di vita, ho spostato il mio “centro di gravità” dalla soddisfazione personale tramite il lavoro alla salute.
  La salute, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è lo stato di benessere fisico, mentale e sociale che otteniamo quando riusciamo a sviluppare le nostre potenzialità con l’aiuto delle competenze di vita. Quindi dal semplice “stare bene” sono passata a “esprimere pienamente me stessa (i miei valori, le mie doti, la mia personalità), vivere appieno ogni giorno senza stress e costruire relazioni basate su gentilezza, rispetto e arricchimento reciproco”. In poche parole, un cambiamento impegnativo su ogni fronte!

Ho stravolto la programmazione delle mie giornate, un po’ per seguire i cambiamenti portati dalla nuova stagione, un po’ per inserire poco alla volta nuove abitudini e raggiungere il mio obiettivo. Ho diminuito le ore di lavoro, accorciato la pausa pranzo, aumentato il tempo per l’esercizio fisico, spostato l’ora per cucinare e quella per camminare (se solo smettesse di piovere…).
  Con tutti questi cambiamenti, sono stata intransigente su un’unica cosa: non rinuncio alle attività che mi fanno star bene.
  Ecco quali sono:
  • leggere appena sveglia: anticipo di mezz’ora il trillo della sveglia, perché mi piace crogiolarmi nel tepore del letto leggendo un buon libro; che sia di studio o di piacere non conta, è importante per me iniziare la giornata con morbidezza!
  • fare colazione con calma: sempre e ovunque! È il mio passaggio dal riposo all’azione, ho bisogno di circondarmi di buon cibo, silenzio e lettura; ho bisogno di mezz’ora tutta per me per mettere in moto l’energia;
  • camminare: un’ora di camminata in mezzo alla natura (sul lungolago e nei boschi) ha gli stessi effetti di una giornata di sole sui meteoropatici, porta via i brutti pensieri e regala serenità. Quando piove, nevica, si gela e sto male, non cammino e si vede!
  • guardare la tivù mentre pranzo: lo so, non è una buona abitudine; ma mango da sola e la tivù mi distrae dai soliti pensieri legati al lavoro. Seguo solo cose leggere (serie tivù, film o programmi di case) e mi tengo lontana da ogni fonte di nervosismo;
  • struccarmi: da quando ho scoperto di avere una pelle iper sensibile, prima di andare a dormire mi strucco con attenzione e mi proteggo con una crema super emolliente. A qualsiasi ora e grado di sonno! I miglioramenti sono visibili e tangibili;
  • scrivere: di mattina o la sera (oppure entrambe le volte), scrivo su un quaderno le emozioni e le sensazioni della giornata, i desideri e i progetti per il futuro, tutto quello che mi passa per la mente, senza censure e in totale libertà;
  • leggere prima di addormentarmi: sempre, anche se sono già quasi addormentata! L’ho sempre fatto fin da bambina, è il mio momento spensierato di totale riposo e divertimento. Se non leggo, non riesco a dormire.

Temevo di dover rinunciare a quel che mi piace, perché le nuove abitudini occupano ore e le giornate non si allungano per magia. In realtà, ho fatto in modo che ogni cambiamento nella mia vita si adatti attorno a queste attività. 
  Ti racconto come, perché può esserti utile.
  1. Priorità. Scegli le cose davvero importanti: non solo ti fanno stare bene, ma sono anche quelle che più ti aiutano a raggiungere il tuo scopo. Decidi quando farle e sistema le altre attività tutt'attorno.
    Consiglio organizzativo: usa la matrice del tempo per individuare le tue vere priorità
  2. Pazienza. Hai bisogno di tempo per rendere tuo uno stile di vita nuovo, perciò non cercare di fare tutto subito, introduci un’abitudine alla volta, sperimenta nuovi orari e procedi con calma e fiducia.
    Consiglio organizzativo: pianifica le tue prossime mosse e controlla che tutto funzioni.
  3. Disciplina. Se sai con chiarezza come vuoi vivere, sai anche che cosa fare e lo fai con intenzione, nonostante le difficoltà. Datti delle regole e seguile, fatti delle promesse e mantienile.
    Consiglio organizzativo: usa la tecnica “non spezzare la catena”, per aiutarti a mantenere la disciplina.

Ora sai di poter cambiare stile di vita, introdurre nuove abitudini, trovare soluzioni a nuovi problemi senza rinunciare per forza alle attività che ti piacciono e che ti fanno star bene. Anzi, il tuo nuovo percorso inizia proprio da loro: seguile, ti porteranno lontano.

Paroladordine stile di vita cose che amo

martedì 14 maggio 2019

La matrice del tempo di Covey

Conosci già la cosiddetta matrice di Eisenhower? È una tabella divisa in quattro quadranti: ogni quadrante corrisponde a un tipo diverso di attività e ogni tipo di attività si distingue per il grado di urgenza e di importanza. Pare che il suo nome sia dovuto alla frase del presidente statunitense: Ciò che è importante raramente è urgente e ciò che è urgente raramente è importante. Serve per identificare le nostre priorità.
  Ho trovato tanti esempi di matrice di Eisenhower, su libri di “gestione del tempo” e di produttività, in siti Internet di life coach, time manager e influencer. Ogni volta che ne incontro una, è leggermente differente dalle altre; non tanto nella sostanza (è sempre uguale), ma nell’uso che ne vien fatto.

Paroladordine matrice del tempo Covey

Stephen Covey nel suo libro Le 7 regole per avete successo la chiama “matrice del tempo”, ed è il fondamento della regola 3 (dai la precedenza alle priorità). La descrive con cura, la pone al centro della gestione personale e le dona una sfumatura particolare.
  La regola 3 di Covey riguarda la capacità di gestirci bene, cioè di dare la precedenza alle nostre priorità, di prendere impegni con noi stessi e di mantenerli. Per Covey il modo migliore per usare bene il proprio tempo è focalizzarsi sulle aspettative, sulle relazioni e sui risultati, tutti aspetti su cui possiamo agire.

Spendiamo il tempo in quattro modi: a risolvere problemi e crisi urgenti e importanti per noi (I), a risolvere problemi urgenti e importanti per altri (III), a cercare sollievo in attività inutili (IV) oppure a crearci opportunità (II).
  Se passiamo il 90% del nostro tempo a risolvere emergenze e il 10% in attività inutili, alla fine della giornata siamo stressati e privi di qualsiasi energia. Se, invece, passiamo il 50% del tempo a risolvere problemi altrui e il 50% in attività inutili, siamo incapaci di gestire la vita e di assumerci le nostre responsabilità. In entrambi i casi, non riusciremo mai a essere soddisfatti di noi e della nostra vita.

Il modo migliore di usare il nostro tempo è agire secondo coscienza e in modo coerente con le risposte a due semplici domande:

  1. quale cosa potresti fare con regolarità (e che ora non fai) per determinare un enorme cambiamento positivo nella tua vita personale?
  2. quale cosa potresti fare nella tua attività professionale per ottenere risultati analoghi?

Eliminiamo le attività inutili, quelle che ci fanno solo perdere tempo ed energia, e dedichiamo il nostro tempo a crearci le opportunità per vivere una vita piena e a risolvere poche (inevitabili) emergenze.

Quella sfumatura che dona un valore aggiunto

La matrice del tempo di Covey non è una bacchetta magica per produrre di più in meno tempo, ma uno strumento per capire come stiamo usando il nostro tempo e se ne siamo soddisfatti, per conoscere il nostro grado di responsabilità personale, per allenare la volontà e la disciplina, e per chiarire quali sono i nostri reali obiettivi nella vita e come vogliamo usare il nostro tempo.
  Le priorità non sono le attività più importanti per produrre di più, ma il frutto dei principi, dei valori, della missione e degli obiettivi personali.

Come lo utilizzerò

Sono in una fase di transizione, la mia bussola segna un nuovo nord – vivere in modo salutare per me e per gli altri – e ho bisogno di ogni strumento possibile per usare bene il mio tempo e realizzare lo stile stile di vita che desidero.
  Per raggiungere il mio obiettivo, cerco il più possibile di allenarmi ogni giorno alla camminata veloce, di evitare cibo industriale, di acquistare capi d’abbigliamento sostenibili e di accogliere emozioni, sensazioni e pensieri in modo critico. Non sempre ci riesco, ma mi sto impegnando ed è lì che voglio arrivare.
  Sono sicura che questo percorso arricchirà me e la mia famiglia, e mi permetterà di aiutare nel migliore dei modi tutte quelle persone che desiderano essere soddisfatte della loro vita, giorno dopo giorno.

Paroladordine matrice del tempo secondo quadrante Covey

martedì 7 maggio 2019

La tua casa sei tu

Quando abbiamo iniziato a vivere assieme, io e mio marito ci siamo detti: «Minimalismo». Volevamo una casa bianca, con pochi mobili, poche suppellettili e solo quel che serve.
  È durato poco. Prima sono entrati i miei libri e le mie scarpe, poi i grandi elettrodomestici (quelli per sopravvivere: lavatrice, lavastoviglie, frigorifero, forno), i piccoli elettrodomestici (aspirapolvere, forno a microonde, tostapane, frullatore, fruste, tritatutto), un po’ di tecnologia (due tivù, un video registratore, un lettore dvd, un impianto hi-fi, casse stereo di ogni genere e tipo, computer, stampante, scanner, due telefoni mobili, vari cavi e caricabatterie), qualche ninnolo, un armadio a otto ante, una scrivania, una poltrona, una nuova libreria, una scarpiera, altri libri, altre scarpe… Argh.
  Quando ci siamo trasferiti dal bilocale a casa nostra ci siamo detti: “Cerchiamo di non esagerare”.
  Il minimalismo non fa per noi, ma nemmeno lo spreco di spazio: quel che desidero è una casa bianca, luminosa, ariosa, accogliente come un abbraccio, allegra come una strizzata d’occhio; con tanti angoli in cui rifugiarsi con un libro, un’idea in mente da realizzare, un cuscino sotto la testa, gli oggetti necessari conservati nei mobili necessari e un po’ di bellezza sparsa qui e là a rallegrarci l’anima.
  Casa nostra assomiglia a questa immagine? Non ancora, ma ci stiamo lavorando.

Il prossimo passo sarà riorganizzare lo studio: l’ho fatto più volte, ma non mi soddisfa mai fino in fondo. Voglio dare una sistemazione definitiva a tutti i libri e i documenti che contiene, eliminare quel che non mi serve più, fare spazio, progettare la nuova libreria (in attesa di realizzarla), aggiungere piante e quadri che mi rallegrino durante le ore di lavoro, trovare la poltrona giusta per lavorare “sostenuta” ma rilassata. Lo farò seguendo la Regola dei 15’: è un’attività che mi pesa molto (troppi ricordi, troppa roba da vagliare, troppi cambiamenti da fare!) perciò ho bisogno di prenderla con leggerezza, poco alla volta.

Ho un altro progetto che vorrei realizzare: ridimensionare l’armadio da 360 cm + angolo di circa un metro quadrato a soli tre metri, tutti disposti su un’unica parete. Ho come la sensazione di aver riempito “per forza” il mio guardaroba, pur sapendo di avere pochi vestiti e pochi accessori. Ogni volta che lavo, ritiro o cerco un capo, elimino quelli rovinati senza rimedio (nel secchio dell’indifferenziata) e quelli che proprio non mi stanno bene (nel cassonetto del riciclo apposito). Da quando ho seguito il percorso di consulenza d’immagine di Silvia Frisone, (finalmente) so quali abiti mi vestono bene e il mio guardaroba, piano piano, prende forma.

Poi c’è il ripostiglio del sottoscala: pare dotato di una personalità propria, alquanto volubile! Ci sono barattolini, scatoline e oggettini da eliminare, bottiglie di vino e liquori (li facciamo noi con le erbe del nostro giardino) da riorganizzare, bottiglie vuote da riempire e regalare, vecchie candele da usare, borse termiche da controllare, poche scorte di cibo da finire. Ogni volta che apro le ante e accendo la luce, mi viene il nervoso! È ora di metterci mano.

Mi sto impegnando per vivere come vorrei davvero e desidero che la mia casa mi rispecchi. Altrimenti rischio di sentirmi a disagio e fuori posto – come se indossassi un vestito da gran sera per fare la spesa!
  Se anche tu provi questa sensazione, prenditi qualche minuto per chiederti: “Io e la mia casa ci assomigliamo?”, “Lo spazio in cui vivo mi rappresenta?”. Le tue risposte saranno il punto di partenza del cambiamento che ti porterà verso lo stile di vita dei tuoi sogni.

Settimana prossima io e Viola Emanuelli del centro SÉ74 iniziamo un percorso di quattro incontri per riconnettersi al proprio corpo tramite la pratica millenaria dello yoga e migliorare il rapporto con lo spazio grazie all’organizzazione personale. Se vuoi saperne di più e vivi dalle parti di Verbania sul Lago Maggiore, scrivimi per avere informazioni!

Paroladordine corso yoga organizzazione personale

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