martedì 26 marzo 2019

Le interviste ai PO: Enrica Maria Laveglia

Oggi ritorno con le interviste ai PO per presentarti Enrica Maria Laveglia, collega e amica. La incontri una volta e ti colpisce per il suo sorriso, la sua cultura e la rara capacità di creare connessioni innovative.
  Enrica è una specialista nel trovare soluzioni come project manager, consulente aziendale e professionista dell’organizzazione, titolare di With you – Solution discovery specialist.
  Mi sono rivolta a lei per preparare il mio business plan: “Sii più Noseda e meno Alessandra” mi ha detto; con lei ho imparato a farlo e ho iniziato a guardarmi dall'esterno.

paroladordine intervista PO Enrica Maria Laveglia
Immagine di With You - Solution discovery specialist

Che lavoro facevi prima di diventare PO? Lo fai ancora?
Prima di fare il professional organizer facevo la consulente aziendale e la project manager. Ancora oggi, vista la mia passione per questi due lavori, ho deciso di portarli avanti insieme al lavoro del PO: continuo a seguire imprenditori e aziende per la creazione di attività imprenditoriali, e il lavoro di coordinamento e gestione di progetti a livello locale ed europeo. Sono anche un’esperta di formazione per imprenditori e privati nel settore dell'organizzazione aziendale e personale.
  Nel 2017 ho deciso di mettere insieme le miei passioni e competenze creando With You - solution discovery specialist.

Come sei diventata PO e qual è stato il tuo percorso?
Ho conosciuto la figura del professional organizer su Internet. Cercavo di sviluppare e migliorare le mie competenze organizzative e ho trovato Apoi, di cui sono socia dal 2015. Ho frequentato prima il corso propedeutico e poi il corso di formazione per professional organizer offerto da Organizzare Italia, per qualificarmi professionalmente, e dal 2017 collaboro con Organizzare Italia in qualità di responsabile e docente dei corsi propedeutici al centro e sud Italia.

Quali motivazioni ti hanno fatto capire che era la strada giusta da percorrere?
La mia motivazione iniziale credo sia in comune con molti colleghi PO, ovvero la passione per l'organizzazione. Tuttavia, durante il mio percorso, ho analizzato il mercato e la domanda di organizzazione e notato i risultati positivi che il mio lavoro poteva portare nella quotidianità della vita delle persone. Ne ho percepito l'impatto sociale e questo mi motiva tutti i giorni a continuare, nonostante sia difficile e molto impegnativo.

Che valore aggiunto hai dato alla tua professione con l’organizzazione personale?
Grazie al'organizzazione personale ho migliorato la  mia capacità di guardare in maniera trasversale gli ambiti di applicazione della mia professione: ogni problema organizzativo ha necessità di un approccio personalizzato e può riguardare anche più aspetti della quotidianità, da quello lavorativo a quello personale.

Come ti aiuta l’organizzazione ad aiutare le persone?
Con l'organizzazione riesco a supportare le persone a migliorare la qualità della loro vita quotidiana trovando soluzioni dedicate al loro problema organizzativo.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno è far si che questa professione diventi un lavoro  di successo: non solo per me, ma per chiunque si approcci al mondo del lavoro.

martedì 19 marzo 2019

Le abitudini che aiutano a decidere

  Nei primi tempi da studentessa universitaria fuori sede, la domenica sera era un incubo: dovevo decidere quali abiti mettere in borsa per la settimana (vivevo in un monolocale senza lavatrice) e, immancabilmente, andavo in tilt. Aprivo le ante dell’armadio e, invece dei vestiti, vedevo bianco: era come se in testa avessi l’ovatta al posto del cervello. Solo con l’aiuto di mia madre (Pazienza, di secondo nome) riuscivo a mettere insieme qualcosa di sensato. Poi, per fortuna, ho imparato ed è diventata un’abitudine.

  Ogni giorno dobbiamo prendere un gran numero di decisioni, tante, troppe; ci sembra quasi che all’inizio della giornata le scelte da fare siano più facili, mentre a fine giornata ci sembrano pesanti, difficili, quasi impossibili…
  Se ti capita più di quanto vorresti, non pensare di essere l’unica a soffrire di fatica decisionale. Ogni volta che prendiamo una decisione, infatti, il nostro cervello fa un enorme lavoro: recupera le informazioni, le valuta una a una, le confronta tra di loro e, alla fine, sceglie la migliore. Accade per ogni tipo di decisione, dalle più importanti per la nostra vita (riguardano gli affetti, gli studi, la carriera, i valori in cui crediamo) alle più banali di tutti i giorni (come vestirsi, che cosa mangiare, che cosa fare nel fine settimana). Per ogni scelta fatta, il nostro cervello consuma energia e, a fine giornata, è del tutto esaurita – proprio come le batterie del telefono dopo sedici ore di uso continuo: non riusciamo più a decidere e sprechiamo tempo che non torna più indietro.

    Ma c’è un modo per fermare questa spirale discendente: impara a organizzarti per eliminare le piccole decisioni di tutti i giorni e instaurare delle abitudini. Le abitudini, lo sai, sono il nostro pilota automatico: fanno risparmiare energia al cervello e ti permettono di concentrarti sulle cose che davvero contano.
  Ti lascio qualche esempio per risparmiare energia decisionale:

  • ogni sera prepara gli abiti che indosserai il giorno dopo – ogni occasione richiede un abbigliamento adatto, quindi scegli con cura i vestiti e gli accessori che ti faranno sentire più a tuo agio. Decidi quando farlo (dopo cena, quando t’infili il pigiama oppure subito dopo aver finito di lavorare) finché diventa un gesto automatico.
      Consiglio organizzativo: al prossimo cambio di stagione, dopo aver sfoltito un po’ il guardaroba, dividi i tuoi capi per destinazione d’uso (lavoro, casa, fine settimana, occasioni importanti, sport) e organizzali per abbinamenti, così saprai a priori che cosa indossare in ogni occasione;
  • ogni mese compila il menu delle prossime settimane – scegli quale regime alimentare seguire, in linea col tuo stile di vita e le tue necessità e cancella dalla tua mente la domanda: “Che cosa mangio a colazione / per pranzo / stasera?” Decidi una sola volta al mese che cosa mangiare e fallo diventare un’abitudine.
      Consiglio organizzativo: raccogli indicazioni, preferenze e ricette in un quaderno, dividi gli alimenti per i cinque pasti della giornata (colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena), informati su frutta e verdura di stagione e componi il tuo programma alimentare;
  • ogni giorno segna le cose che vorresti fare nei fine settimana – quando parli con qualcuno, sfogli una rivista, passeggi per la città, navighi in Internet e scopri luoghi che vorresti visitare, attività da provare, cose da vedere, segnali subito su un taccuino. Allenati a farlo sempre, finché ti verrà spontaneo.
      Consiglio organizzativo: una volta a settimana, meglio prima di venerdì, aggiungi tutte le informazioni raccolte su una lista e dividile per occasione (quando piove, quando fa caldo, nelle diverse occasioni, con gli amici, in famiglia, passeggiate, mostre, spettacoli), così saprai sempre che cosa fare.


  Se elimini le piccole decisioni quotidiane, il cervello ha l’energia per prendere le decisioni importanti: più scelte fai, più tempo risparmi e ti godi appieno la vita.
  Vuoi saperne di più? Non perderti il corso che terrò sabato 23 marzo ad Arona rivolto a tutte quelle persone che vogliono fare la scelta giusta per (ri)conquistare il proprio tempo e vivere con serenità. Ti aspetto!

Paroladordine corso Il valore della decisione 23 marzo

martedì 12 marzo 2019

La tua casa è il tuo rifugio

  Fin dalle origini la casa ha avuto un ruolo ben preciso: proteggerci dai pericoli esterni, come il freddo, il caldo, le intemperie, gli animali feroci. Le prime case erano semplici ripari sotto roccia e contenevano lo stretto necessario per vivere bene: un focolare, giacigli comodi, vestiti, coperte, scorte di cibo, di acqua e di altre materie prime, oggetti d’ornamento personali e d’arredo.
  Oggi le case ci proteggono anche dai pericoli interni, come lo stress e la stanchezza da troppi impegni e “poco tempo”. Sono edifici sofisticati con riscaldamento diffuso, acqua corrente in entrata e in uscita, corrente elettrica e collegamenti vari per comunicare da una parte all’altra del mondo. E contengono di tutto.

  Le case sono ricolme e ci tocca proteggerci anche da ciò che contengono. Nella nostra epoca è facile ottenere qualsiasi cosa desideriamo: i negozi reali e virtuali straripano di cibo, di comodità, di accessori, di ornamenti; la pubblicità crea nuovi bisogni (fittizi); in poco tempo e con pochi soldi, acquistiamo con facilità tutto quel che ci passa per la mente. Dimentichiamo il valore intrinseco degli oggetti, della loro funzione, del tempo necessario per ottenerli dalle materie prime. Piano piano diventano padroni di casa esigenti, e la nostra vita gira attorno a loro: rubano il nostro spazio, il nostro denaro, il nostro tempo, a volte anche la nostra salute. Così le case smettono di proteggerci.

  La tua casa com’è? Ti assomiglia? Quando rincasi, ti senti protetta, sostenuta e sicura? Riesci a ricaricare le tue energie, o ne spendi altre a cercare oggetti, mettere in ordine e tentare di pulire? Riesci a riposarti davvero? Quante cianfrusaglie contiene?
  Le cianfrusaglie sono come gli Avvincini di Harry Potter: non si nascondono in laghi e paludi, ma giacciono indisturbati nelle nostre abitazioni (non solo, anche in automobile e in ufficio!) e ci afferrano e trattengono con le loro lunghe dita. Più ci divincoliamo, più ci trascinano negli abissi, facendoci perdere tempo, energia e pazienza.

  Non so se esiste una formula magica per neutralizzare le cianfrusaglie (potrebbe essere: “Sciò, sciò, sciò”?), ma so che cosa deve contenere una casa per ripararci da ogni pericolo e vivere bene.
  • Ciò che usiamo quotidianamente. Sei un’autrice? Non possono mancare quaderni, matite, penne, computer, fogli, stampante e tanto cioccolato. Pratichi tai-chi? Non possono mancare uno spazio ampio e una stuoia. Ami cucinare? Non possono mancare pentole, padelle, mestoli, ingredienti e ricettari.
  • Ciò che usiamo almeno una volta all’anno (ogni anno). L’occorrente per Natale, la settimana bianca, le vacanze al mare, le gite in moto, l’abito e gli accessori per le grandi occasioni.
  • Ciò che ci piace. La bellezza è utile perché ci fa sentire bene: un quadro, una fotografia, un’edizione speciale, un paio di orecchini scintillanti, una lampada colorata. Poche cose ma buone.

Prendi la decisione giusta e scegli che cosa tenere: tutto il resto è superfluo e non ti aiuta a rendere la tua casa il rifugio accogliente e rigenerante che hai sempre sognato.

Paroladordine spazio organizzare la casa

martedì 5 marzo 2019

Agenda, voce del verbo fare

  L’armatura degli antichi soldati era formata da due tipi di armi: quelle da offesa per colpire il nemico e quelle da difesa per resistere agli assalti del nemico. Queste sono le mie preferite: scudi, elmi, corazza, schinieri – alcune sono delle vere opere d’arte in bronzo. Ognuno ha i suoi nemici e le sue difese, io mi difendo dalla scarsa memoria e dalla dispersione d’intenti con l’agenda.
  In particolar modo, con la sezione Agenda, che in latino significa proprio “cose da fare”. È l’involucro dei miei desideri, lì dentro stanno al sicuro, non si perdono in giro e maturano senza interruzioni. Protegge i miei sogni, grazie a un lavoro preparatorio meticoloso e a un controllo paziente, mese dopo mese.

  Di solito a marzo i buoni propositi d’inizio anno sbiadiscono, gli obiettivi si offuscano, le energie evaporano: tutto si confonde e si procede a tentoni. Da quando curo con attenzione la sezione Agenda, non è più così: ho tutto sotto controllo, mi basta leggere le etichette per trovar quel che mi serve e non mi perdo più lungo la strada.
  Ti racconto che cosa contiene, a che cosa mi serve ogni singola parte e come le uso: spero ti sia utile.

  • Gli obiettivi personali di lungo periodo. Il lavoro è solo una parte della mia vita, anche se molto consistente, e le altre parti sono ancor più importanti: per esempio, la salute (intesa come benessere fisico, mentale e relazionale) e la realizzazione personale. Qui scrivo come sarò tra cinque anni e i progressi da fare ogni anno: è una dichiarazione d’intenti, da rileggere ogni volta che tentenno.
  • Il business plan (o almeno la sua essenza), con gli obiettivi lavorativi di breve, medio e lungo periodo. È il punto di riferimento per il mio lavoro e mi serve per capire dove voglio arrivare, con quali mezzi e con chi condividere il percorso. Il mio business plan è ormai quasi completato: ho raccolto tutti i dati e sto “dando i numeri”, quelli che trasformano i sogni in desideri e i desideri in obiettivi concreti e realizzabili. Ne sono davvero entusiasta!
  • Il piano editoriale annuale, con le attività suddivise per trimestre. È la visione d’insieme di quel che farò nei prossimi mesi, da guardare ogni mese. Grazie al business plan, per me è più chiaro capire che cosa voglio fare e per chi; quindi preparare il piano editoriale diventa più facile (più facile, non facile!). 
  • Un vademecum per il piano editoriale, con le indicazioni per redigere il piano annuale, mensile, settimanale, giornaliero, il calendario editoriale e i vari controlli. Mi aiuta a trasformare delle semplici parole su un foglio in azioni reali – da consultare sempre.
  • La lista “cose-da-fare”, con attività generiche, non legate a progetti particolari, ma più agli obiettivi personali. È un po’ come la “borsa dentro la borsa”, mi aiuta ad avere sempre con me i piccoli indispensabili, qualsiasi cosa stia facendo: ogni mattina controllo se posso fare qualcosa (prendere un appuntamento o un’informazione, scrivere o telefonare a qualcuno, acquistare o realizzare qualcosa).
  • La lista “cose-da-non-fare”, con attività che non mi aiutano a stare bene, lavorative e non.
  • La lista “cose-da-fare-da-sola”, con attività che mi aiutano a stare bene (non lavorative), cui dedicare il mio tempo per me.
  • Le liste “progetti”, con le attività necessarie per portare avanti e concludere i progetti lavorativi. Per me fondamentali, sono il punto d’incontro tra le intenzioni e gli impegni quotidiani: spuntare le voci dall’elenco è come aprire le caselle del calendario dell’avvento! 

  A chi mi chiede aiuto per usare bene il tempo e ha un obiettivo importante da raggiungere, consiglio sempre l’agenda. Per me è lo strumento migliore per pianificare e programmare quel che ti sei proposta di fare: con le caratteristiche giuste (anelli, divisori, etichette) è flessibile perché segue la tua personalità e i cambiamenti in corso, agile perché è semplice da usare, protettiva perché ti difende da imprevisti, confusione e perdita di motivazione.

Paroladordine agenda fare

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