martedì 28 agosto 2018

Un divertimento al giorno toglie la stanchezza di torno

Per ricaricare l’energia puoi fare due cose: riposarti e divertirti.
Già ti sento sospirare: “Sono talmente presa dal vortice delle mie giornate, che non riesco nemmeno a riposarmi – figuriamoci a divertirmi!”

Con ogni probabilità, durante l’anno ti riposi appena puoi: è il corpo stesso che te lo chiede, mentre la stanchezza rallenta ogni movimento e ragionamento. Per fortuna le vacanze estive sembrano fatte proprio per trasformare i lunghi pomeriggi di sole in pisolini altrettanto lunghi!
Per quanto riguarda il divertimento, invece, spesso te ne dimentichi proprio.

Peccato, perché il divertimento è fatto apposta per allontanare il pensiero dalle preoccupazioni quotidianesollevare l’animo dalle fatiche del lavoro (così dice la Treccani).
Sembra quasi che il divertimento non sia un affare da persone adulte: passata la fanciullezza e la gioventù, ci sono solo cose serie, impegni, doveri, problemi “da grandi” (bah!). Invece, proprio quando le giornate si complicano, lasciarti andare a qualcosa di lieve, entusiasmante, gioioso ti aiuta a vivere con più serenità.

Allora ti chiedo (e ti invito a chiederti): quante volte al giorno pensi al piacere di divertirti? Quante volte a settimana ti concedi un piccolo o grande divertimento? Quando ti diverti, te ne accorgi? E se te ne accorgi, come ti senti?
Ma la domanda più importante è: che cosa ti fa davvero divertire?

Se non hai le idee chiare, ti lascio una lista di dieci cose che mi divertono da cui prendere spunto:
  1. fare lunghi giri in moto 
  2. visitare musei e siti archeologici per vedere da vicino i reperti che ho studiato sui libri
  3. leggere libri coinvolgenti
  4. scoprire cose nuove (di cui m’innamoro sempre - sempre!)
  5. ridere a crepapelle
  6. allenarmi sotto la pioggia (ma non sotto i temporali)
  7. giocare con i bambini
  8. andare in bicicletta
  9. osservare le persone attorno a me e immaginare le loro storie
  10. fare la “ribelle”, anche solo per un’ora al mese

Ora tocca a te: come ti diverti? Pensaci, poi aggiungi un pizzico del tuo divertimento a ogni giornata: che sia d’ora in poi il tuo piccolo rituale gioioso per ricaricare l’energia.
E, se ti va, raccontamelo nei commenti: così il sorriso si allarga!

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martedì 21 agosto 2018

Un rito ci salverà (seconda parte)

A. viveva costantemente in ritardo. Nonostante iniziasse la giornata in orario, nel corso della mattina già accumulava ritardo: la colazione da preparare, i vestiti da scegliere (e trovare – o, peggio, stirare!), i documenti (sparpagliati tra tavolo, divano e studio) da mettere in borsa, una telefonata dell’ultimo momento, la benzina ancora da fare… Oltre a tutto questo, era completamente priva di senso del tempo: non riusciva proprio a percepirne il passaggio, a quantificare i minuti, le ore e si perdeva via. Amici, familiari, parenti conoscevano bene questo aspetto del suo carattere; sul lavoro, però, era un problema. Ormai aveva rinunciato a inventare scuse, si affannava per quanto poteva, ma sapeva che se fosse uscita mezz’ora prima di casa il traffico stradale, il passaggio a livello chiuso, i semafori rossi non sarebbero stati d’impiccio.
Sempre di fretta, in affanno, con la sensazione di correre tutto il giorno e arrivare a sera con la meta ancora lontana, inseguita da un senso di colpa ogni giorno più grande… Una gran fatica, sempre.
Quando aveva lasciato il lavoro da dipendente per avviare un’attività in proprio, aveva deciso di dare una svolta alla sua vita e di cambiare questo suo modo di fare: basta ritardi!

Un rituale serale le ha salvato la vita: controllare l’agenda per ricordarsi gli impegni del giorno dopo, preparare il materiale di lavoro, appendere sulla sedia i vestiti (già stirati) e gli accessori da indossare l’indomani, imbandire la tavola per la colazione appena finito di cenare.
Ora A. si prepara con tranquillità, esce di casa mezz’ora prima, arriva in orario agli appuntamenti. Soprattutto ha imparato a calcolare quanto tempo impiega a fare le cose e quanto lasciarne agli imprevisti. Non tutti gli imprevisti sono prevedibili, in questo caso avvisa subito del ritardo, senza scuse inventate - che è meglio!

Ecco che cos’altro ha imparato:
  • prevenire è meglio! Cioè cercare le cause dei suoi ritardi (colazione, vestiti, documenti, telefonate, benzina, traffico) per anticiparle;
  • instaurare un rito serale per chiudere la giornata di lavoro, prepararsi con piacere a quella successiva e alla notte di riposo;
  • partire almeno quindici-trenta minuti prima per far fronte a ingorghi stradali, lavori in corso, lunghe ricerche del parcheggio;
  • fare subito benzina appena il serbatoio della macchina è in riserva;
  • tenere sempre da parte dei soldi per fare benzina. 

Soprattutto ha capito, facendone esperienza, che una serie di piccoli gesti ripetuti ogni sera dà inizio a una nuova e sana abitudine, in linea con lo stile di vita desiderato, e trasforma un circolo vizioso in uno virtuoso.

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martedì 14 agosto 2018

Un rito ci salverà (prima parte)

A. entrava a casa, chiudeva la porta, appoggiava le chiavi da qualche parte, lanciava borsa e cappotto sul divano, scalciava via le scarpe e correva in bagno: quando scappa, scappa!
Poi riceveva una telefonata urgente, raccoglieva scarpe, cappotto e borsa, se li infilava, andava alla porta di casa ed esclamava: “Dove sono le chiavi?! Come cavolo faccio a uscire?!” Sbuffando (e non solo), cercava da tutte le parti: sul tavolo in cucina, in bagno, in camera, tra i cuscini del divano, nelle tasche del cappotto, in quelle dei jeans, sotto i mobili...
Ogni giorno così: qualsiasi fosse la scusa, non sapeva mai dove appoggiare le chiavi di casa o gli occhiali da sole o quel documento importantissimo da firmare e consegnare al più presto; quando ne aveva bisogno, passava minuti interi a cercare, ripensando ai movimenti fatti e buttando a soqquadro la casa. Era sempre di corsa, affannata e indispettita.
Una fatica immane e una gran perdita di tempo, energia e buon umore. A lungo andare, tutto questo la stava logorando.

Un rituale le ha salvato la vita: entrare in casa, infilare le chiavi di casa nella toppa, ritirare le chiavi della macchina e gli occhiali da sole nell’ingresso, togliere giacca, borsa e scarpe e metterle via nell’ingresso.
In questo modo A. sa sempre dove riporre e dove trovare quel che le serve; se arriva una telefonata urgente, ha tutto sotto controllo, recupera quel che le serve in poco tempo e rimane serena e concentrata su quel che deve fare.
Quei gesti, compiuti con lentezza e cura, sono anche un modo per  lasciar fuori i pensieri e prepararsi all’atmosfera accogliente di casa.

Per arrivarci s’è impegnata parecchio:

  1. ha ammesso di avere un problema che le complicava la vita;
  2. ha capito di essere disorganizzata e che il suo disordine stava prendendo il sopravvento;
  3. ha immaginato come sarebbe stata la sua vita senza quel problema – e quel che ha visto le è piaciuto!
  4. ha compreso che la soluzione al suo problema era semplice: bastava trovare un posto per ogni cosa e rimettere ogni cosa al suo posto;
  5. ha ottimizzato gli spazi dell’ingresso secondo le sue necessità, acquistato un nuovo mobile con ante, attaccapanni e cassetti;
  6. ha risolto il suo problema e dato vita a un rituale che le dà il benvenuto a casa e, nel frattempo, l’aiuta a instaurare una nuova abitudine.

Lo so, l’ impegno è tanto e il timore del cambiamento sempre in agguato. Ti assicuro però che ne vale la pena.

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martedì 7 agosto 2018

Il fascino dei riti

Rito è una parola che mi piace molto. Significa “procedura”, cioè modo di comportarsi in alcune circostanze per ottenere un certo risultato, e la nostra vita ne è piena. Ha a che fare, per esempio, con la religione, le tradizioni, la serietà e l’impegno con cui svolgiamo certe attività.
Ha un qualcosa di sacro, di spirituale, mi dà l’idea di pace interiore e intimità con me stessa.

Accade quando facciamo qualcosa per noi, talmente importante ed edificante, da diventare un vero e proprio rituale personale, un pilastro della nostra vita. Qualcosa che rassicura, migliora, arricchisce, che ci predispone bene e ci conduce là dove vogliamo andare.
Il rito può  essere una cosa semplice, come far colazione a casa ogni mattina o leggere un libro prima di addormentarsi, ed è fatto di piccole azioni concatenate: scegliamo di farle perché, nella loro semplicità, ci migliorano la vita.

Ne sono sicura, anche tu hai un rituale speciale che ti accompagna ogni giorno: sono azioni che desideri fare per il piacere di farle, assaporando ogni piccolo gesto con calma e attenzione, aspettando con gioia di compierle perché ti fanno sentire bene.
E così, pian piano, sostituisci una vecchia abitudine (uscire di casa al mattino a stomaco vuoto o usare la tecnologia fino a notte inoltrata) con una nuova.

Gli esseri umani non sanno resistere al fascino dei riti! Il rituale aiuta a focalizzarci sull’importanza dei nostri gesti, a pensare ai mezzi e non al fine, al come e non al perché.
Il modo migliore per instaurare una nuova abitudine è trasformarla in rito. Così non sarà più un dovere, ma solo puro piacere.


P.S. Con i rituali il kanban non serve, ma prepararlo, scegliere la frase più significativa e condividerlo con te è diventato il mio rito d’inizio mese.

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“L’abitudine è un rito.”
Antonio Tabucchi

(clicca su uno dei seguenti formati
Per scaricare lo sfondo corrispondente)

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