giovedì 28 luglio 2016

La stanza verde di Cri quando il giardiniere va in vacanza

Agosto! Tempo di vacanze per molti, anche per me e il marito (quest'anno facciamo il viaggio di nozze!). Abitando vicino ai suoceri non abbiamo il problema di "abbandonare" giardino e orto per qualche giorno, ma ti do qualche dritta su come far sopravvivere le piante alle tue vacanze.
Iniziamo a considerare i vari ambienti dove risiedono le tue amiche verdi.

Casa
Piante grasse: io le bagno ogni 15 giorni, in qualunque stagione dell'anno, quindi se stai via una settimana non ti preoccupare, se stai più a lungo bagnale per bene. Io le metto nel lavandino in cucina e con la doccetta del rubinetto le "inzuppo" e poi le lascio un'oretta a sgrondare l'acqua in eccesso.
Orchidee: fai loro un bel bagno e poi lasciale a sgrondare l'acqua in eccesso, se stai via più di 15 giorni, quando torni ripeti subito il trattamento.
Altre piante: raduna i vasi in modo da creare un microclima che le aiuti a mantenere l'umidità e collocali lontano dalla luce diretta del sole. Se stai via una settimana bagna per bene, se stai via più a lungo metti nei vasi delle bottiglie capovolte piene d'acqua, avendo l'accortezza di praticare dei buchi al tappo e al fondo. La pianta prenderà poco per volta l'acqua che le serve. Quando torni controlla che la terra sia umida e se è il caso dai un po' di concime. In alternativa compra il concime "pellettato" che si infila nel terreno ed è a lento rilascio.

Balcone
Anche sul balcone raduna, se possibile, i vasi e applica lo stesso procedimento per le piante in casa. Se hai vasi appesi sulla ringhiera toglili e appoggiali per terra insieme agli altri. Se il balcone è in posizione assolata, metti un telo ombreggiante sulla ringhiera, così eviterai l'eccessiva traspirazione.
Se sul balcone hai anche l'orto, raduna sempre tra di loro i vasi, se hai piante di pomodoro bagnale un po' più del solito (anche se i pomodori non hanno bisogno di tanta acqua), Se hai dell'insalata già pronta da raccogliere e stai via una settimana, ti conviene raccoglierla, lavarla e metterla in un contenitore in frigorifero, altrimenti ti conviene regalarla, perché al tuo ritorno la troveresti appassita.
Anche per i pomodori vale lo stesso discorso.

Giardino
Qua il discorso si fa più complesso...
Se hai dei vasi procedi come sopra e mettili all'ombra con le bottiglie piene d'acqua infilate capovolte nella terra.
Le rose non hanno bisogno di molta acqua, ma anche se stai via una settimana, bagnale prima di partire. Innaffia a lungo le ortensie e il prato.
La soluzione migliore però rimane quella di incaricare un parente o un vicino di casa che vada a bagnare regolarmente oppure quella di predisporre un impianto di irrigazione automatico.

Orto
Anche per l'orto il discorso è più complesso, soprattutto perché gli ortaggi in questo periodo producono molto!
I pomodori, come ho già detto, non hanno bisogno di molta acqua, come anche i peperoni, mentre le zucchine hanno bisogno di innaffiature regolari.
Come per il giardino ti consiglio di incaricare qualcuno che provveda a bagnare il tuo orto, come compenso potrà raccoglierne i frutti, così non andranno sprecati.
Sia che tu parta per le vacanze o sia che tu resti a casa, ti consiglio di mettere una rete antigrandine a protezione soprattutto di pomodori, peperoni e melanzane. Anche se, fortunatamente non dovesse verificarsi questo evento meteorico, il telo antigrandine serve a smorzare l'effetto battente di una pioggia violenta.lastanzaverdedicri riassunto vacanze
A questo punto non mi resta che augurare buone vacanze a te e alle tue piante. Io sono sicura che il mio Ficus pumila, grazie all'uccellino che mi ha regalato mia sorella, non patirà la sete!

lastanzaverdedicri uccellino

martedì 26 luglio 2016

Luglio, il punto della situazione

Ho come l'impressione che quest'anno sia all'insegna della corsa.
Mi distraggo un attimo e siamo già a luglio! Anzi, alla fine di luglio... Urge fare il punto della situazione.

Con malcelato orgoglio (ehm), posso dichiarare che nella prima parte dell'anno ho realizzato tutto ciò che mi ero prefissata a gennaio:
paroaldordine-obiettivi-gennaiogiugno
Ho lavorato e studiato senza sosta, con determinazione, credendoci sempre, per sei mesi. Non mi hanno fermato i mille impegni extra, né i virus malvagi (ancora adesso mi torturano) e ho chiuso i cerchi aperti: ce l'ho fatta.
Vuoi sapere come? Con un metodo infallibile, almeno per me. Te lo racconto, perché potrebbe esserti utile.

Tutto è iniziato con l'anno nuovo. Era una serata tranquilla, seduta sul divano sotto la mia coperta all'uncinetto, e mi sono chiesta: "Dove voglio andare?", "Che cosa davvero desidero?", "Di che cosa ho davvero bisogno?". Ho preso carta e penna, cercato dentro di me le risposte (sincere) e le ho scritte.

Le risposte erano gli obiettivi da raggiungere quest'anno. Tre obiettivi - che, per una persona dai mille interessi come me, sono pochi: di questi, solo uno riguarda in parte il lavoro.
Ho diviso ogni obiettivo in micro-obiettivi, e per ciascuno di essi ho individuato i passi necessari per raggiungerli - usando la tecnica della Camminata A Ritroso, cioè procedendo all'indietro: dall'obiettivo, al primo passo da fare per riuscire a realizzarlo. 
Ogni passo ha una scadenza di massima: prima ho deciso quali fare tra gennaio-giungo e quali tra luglio-dicembre, poi li ho inseriti mese per mese, settimana per settimana e, infine, giorno per giorno.

Gli strumenti che mi permettono di andare avanti e di monitorare i miei progressi sono:
  • il Piano D'Attacco del 2016 trascritto sull'agenda delle liste
  • l'agenda delle liste
  • l'agenda personale
  • il Calendario di Paroladordine per la Famiglia
Grazie a loro tengo sotto controllo tutti gli impegni, programmando in anticipo le azioni da compiere per raggiungere i micro-obiettivi, segnando le scadenze personali, lavorative e familiari annuali e mensili, distribuendo il lavoro, seguendo i progressi, lasciando ampi margini per gli imprevisti. 

E di imprevisti, in questi primi sei mesi, ce ne sono stati a iosa! Ma ora sono qui: sono una moltiplicatrice di spazi, collaboro con Organizzare Italia per un progetto super in linea con la mia visione del mondo (te ne parlerò presto!), aiuto le persone a vivere meglio e, nel frattempo, imparo da loro sempre qualcosa di nuovo. Direi che il punto della situazione è positivo assai.

Il prossimo piano d'attacco? Tanto riposo ad agosto: finalmente le vacanze!

martedì 19 luglio 2016

Le interviste ai PO: Silva Bucci

Ogni volta che intervisto un Professionista dell'Organizzazione, mi prendo del tempo per leggere con calma e attenzione le risposte alle mie domande. Perché tra quelle parole c'è un mondo di emozioni vissute (belle o brutte), desideri, scelte e decisioni prese con cui potermi confrontare.
Oggi ti presento Silva Bucci, cofondatrice, tesoriere e consigliere di APOI.

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Immagine di Silva Bucci

Cara Silva, inizio sempre da questa domanda: che lavoro facevi prima di diventare PO?
Prima ero imprenditrice nell'azienda famigliare e mi occupavo un po' di tutto: insieme a mio fratello ero la referente commerciale, amministrativa e finanziaria. Poi, a partire dal 2000, mi sono occupata di customer care presso una multinazionale. Dal 2008 ho iniziato a lavorare in parallelo come libera professionista nell'organizzazione di eventi e di matrimoni.

Perché hai deciso di diventare PO? Quali motivazioni ti hanno fatto capire che era la strada giusta da percorrere?
Un po' mi è capitato, un po' l'ho deciso. Mi è capitato (ma non a caso), perché ho incontrato Sabrina Toscani: mi ha fatto entrare nel suo meraviglioso mondo e dare un nome alla professione che già svolgevo inconsapevolmente. L'ho deciso, perché mi sono resa conto che il percorso seguito per riorganizzare la mia vita e le mie priorità era troppo importante e non potevo tenerlo solo per me. 
Ho sentito il forte bisogno di condividere la mia esperienza e da subito ho avuto un grande riscontro d'interesse e di entusiasmo da parte delle persone con cui mi sono confrontata sull'argomento.

Come sei diventata PO e qual è stato il tuo percorso?
Circa dieci anni fa ho letto il libro Via la polvere dalla casa e dalla mente e ho messo in pratica - quasi per filo e per segno - quanto consigliato dalla bravissima Karen Kingston in casa, in ufficio e nella vita. Visti i benenfici e i cambiamenti positivi immediati, ho letto altri libri (indimenticabile Apartment Therapy) e ho iniziato a propormi come consulente per la riorganizzazione degli spazi ad amici e colleghi. 
Quando, all'inizio del 2013, la mia azienda mi ha sospeso a zero ore per tre mesi (in seguito di un intervento straordinario della cassa integrazione guadagni) ho deciso di concentrarmi sul mio piano B, cioè gli eventi e le consulenze di organizzazione degli spazi, e mi sono iscritta al corso regionale per disoccupati Fare impresa. L'insegnante mi ha messo in contatto con Sabrina Toscani e da questo fortunato incontro sono nati i primi eventi divulgativi e i primi contatti con altre giovani PO, come Irene Novello e Chiara Battaglioni. Grazie al lavoro e all'entusiasmo di gruppo è nata nell'ottobre 2013 APOI, la prima associazione professionale in Italia di Professional Organizer. Dopodiché è storia...

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Immagine di Silva Bucci

Che cosa ti affascina di più del mondo dell'organizzazione e di che cosa ti occupi principalmente?
Non mi interessano l'ordine e l'organizzazione fine a se stessi: mi affascinano gli effetti causati dall'organizzazione. È importante il risultato dell'essere organizzati: per me significa essere più leggera e avere spazio fisico e mentale per scegliere, prendermi cura e accogliere ciò che fa parte della mia vita ora. Un altro beneficio è la sensazione di avere il controllo su ciò di cui mi devo occupare, i miei impegni e i miei progetti. Inoltre, essere organizzata mi fa risparmiare tempo, soldi e energie.
Mi occupo principalmente di consulenze e formazione in organizzazione personale, gestione del tempo e delle risorse; sono specializzata in spazi domestici e dedico particolare attenzione allo space clearing e al decluttering - che sono per me la base di qualsiasi progetto di riorganizzazione, in tutti gli ambiti a ogni livello. Sono convinta, infatti, che eliminando il superfluo dalle nostre vite si crei lo spazio al nuovo e si rimetta in ordine la mente.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Diventare un punto di riferimento per tutte le persone che necessitano di semplificazione, chiarezza di idee e "riordino delle loro vite", e un punto di partenza per chi crede nell'importanza dell'organizzazione personale come primo scalino per raggiungere l'autocontrollo e, quindi, la felicità interiore.

giovedì 14 luglio 2016

laManu nella rete - cerco&trovo... in cucina!

Eccomi tornata nuovamente in cucina. Questo mese però ti vorrei stupire: non parlerò di accessori scovati in rete e non ti mostrerò foto di stanze bellissime ed angoli super organizzati presi da internet e da cui trarre ispirazione. Eh no, questa volta ho lavorato per me e spero di esserti io d'ispirazione.
In cucina abbiamo tutti un angolo ostico, il mio l'ho affrontato durante le scorse vacanze di Natale. Sto parlando dell'angolare del mobile della cucina, diventato nel corso del tempo  un piccolo "magazzino". Un vero peccato, quell'angolo aveva delle potenzialità ma veniva sfruttato poco e male.

paroladordine-cucina-mobileangolo


Premetto che, comprando la cucina, avevo scelto di optare per le mensole perché tutti gli angolari in commercio non mi convincevano: erano stondati e non sfruttavano lo spazio completamente. Però come ben sai, la casa va vissuta per capire come organizzarla e siccome non ero per nulla soddisfatta di quell'angolo, alla fine volevo trovare una soluzione alternativa alle mensole. Ringrazio la tecnologia per aver sabotato il mio "prima", ma immagina un mobile diviso da una mensola con dentro un'accozzaglia di aggeggi, piatti e pentolame vario. Ti basteranno le foto qui sotto per capire il caos che regnava lì dentro.

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Ti starai chiedendo cosa sono riuscita a scovare. Armandomi di pazienza e pop-corn, in previsione di una lunga ricerca, rimango sorpresa quando digitando "sistema estraibile angolare cucina", dopo pochi clic è apparsa la parola magica (in tutti i sensi) Magic Corner dell'azienda tedesca Kesseboehmer. I miei occhi cominciano a brillare: sembra un sistema adatto a tutti i tipi di cucina, con vassoi rettangolari per mobili rettangolari (bingo!). Leggendo le istruzioni per il montaggio trovo le misure e verifico che è possibile montarlo nel mio angolare. A dire il vero avanza spazio in fondo, ma questo non mi scoraggia: meglio 20 centimetri in meno che un mobile sotto utilizzato. Prima di acquistarlo però voglio vederlo dal vivo. Quindi nel sito trovo la rappresentanza estera più vicino a casa, Caf Rambaldi per poi ordinarlo presso il loro rivenditore autorizzato Mobilaccessorio, una ferramenta specializzata per i mobili. Nel frattempo arrivano le vacanze di Natale e tanta voglia di riposare, ma anche di depennare l'argomento "angolare della cucina" dalla lista delle cose da fare.
Non ti sto a tediare con il montaggio, ti dico solo che è bastato un pomeriggio. Ora tocca alla parte più divertente, cioè l'organizzazione interna. Come puoi vedere, ho cercato di sfruttare lo spazio quasi al centimetro e infatti in fondo nella parte bassissima (sotto la struttura) ho sistemato i piatti e le teglie da pizza (molto ingombranti e di scarso utilizzo, ma che lì ci stanno alla perfezione). Dopodiché ho riempito i vassoi più interni.

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Devo essere sincera, il costo non è dei più bassi ma vuoi mettere la soddisfazione di avere un mobile  utilizzato al 100%? Ora sorrido ogni volta che lo apro!
Della serie "perché utilizzare il video ufficiale del sito, quanto posso fare la regista per una volta", anche per realizzare il video qui sotto ho "sorriso" molto, per tutti i ciak detti e le volte che ho voluto rifarlo ("qui non si vede bene il vassoio in fondo", "ok rifacciamolo perché si vedono i miei piedi")... insomma Marito Santo Subito!


Comunque vi consiglio anche di vedere il video ufficiale, come regista non ho un gran futuro!
Battute a parte, spero di essere stata utile a chi vuole sfruttare uno spazio importante e pensa che una soluzione simile sia complessa da montare. Se ce l'abbiamo fatta noi (non propriamente esperti con trapani, chiodi e martelli), possono farcela tutti!


P.S. siccome la "cacciatrice" che c'è in me non si riposa mai, dando un'occhiata al nuovo catalogo progetti di Leroy Merlin, ho scoperto che esiste un sistema molto simile, se non uguale a quello di Kesseboehmer (anche a livello di misure). Nel sito non c'è ancora ma a pagina 103 del catalogo puoi vederlo (ed è pure più economico rispetto a quello che ho comprato).

martedì 12 luglio 2016

Si studia! Chi ha paura del business plan?

Quando si inizia un'attività in proprio, bisogna avere le idee chiare - altrimenti tutto rischia di andare a rotoli. Ecco perché ho deciso di darmi all'abc con Chi ha paura del business plan? di Francesca Marano.

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In effetti, questo è il libro che apre la collana  I prof di Zandegù (io ho iniziato dal secondo, continuato col terzo e poi son tornata al primo - ops!) e un motivo c'è: il business plan (o piano d'impresa in italiano) è il primo passo per realizzare la propria attività e far sì che funzioni nel tempo.
Metto le mani avanti e dichiaro - non senza un po' di rossore sulle guance - di averlo letto tutto con estrema attenzione, di aver scaricato gli esercizi e di non aver ancora applicato gli insegnamenti dell'autrice: ho bisogno di tranquillità mentale e molta concentrazione, ma sento che il momento si sta avvicinando.

Il libro è diviso in tredici capitoli e comprende schede di lavoro e esercizi, per accompagnarti passo dopo passo alla compilazione di un business plan creativo: cioè un documento serio ma informale, sicuro di sé (e della tua attività) e brillante - anche per l'uso libero di brillantini ed effetti speciali!
Come dice Francesca Marano, il busienss plan è importante anche per i piccoli business e per i freelance ed è assolutamente indipendente dalla forma. Per questo ha sviluppato un metodo per fare business plan creativo con modalità italiane. E con modalità tutte "maraniane", aggiungerei io: il suo stile inconfondibile, seriamente divertente, rende il tutto più facile da affrontare.

Questi sono i passaggi (e le domande) fondamentali del metodo Marano:

  1. "come porto a casa i soldi?", per stabilire il business model (o modello d'impresa), cioè che cosa vendo e come - prodotti, servizi, in un negozio reale o in uno virtuale...
  2. "chi sono e che cosa faccio?", per definire la figura professionale e il lavoro in modo commerciale, cioè in un modo che faccia vendere
  3. "per chi lo faccio?", per profilare il cliente, fondamentale per creare dei prodotti che vendono
  4. "quali problemi ha il mio cliente?", per individuare i suoi bisogni, trovare la soluzione giusta, promuoverla più facilmente e venderla
  5. "perché faccio quello che faccio?",  per stabilire la missione dell'attività e distinguersi dagli altri professionisti del settore
  6.  "che cosa voglio promuovere?", per scegliere tra le varie idee i primi quattro servizi/prodotti da analizzare e promuovere nel corso dell'anno
  7. "come voglio promuoverlo?", per scegliere due o tre canali di promozione (reali e/o virtuali) 
  8. "come analizzo e pianifico le operazioni di marketing?", affinché ogni attività di promozione sia il più possibile efficace e proficua, identificandone il canale, l'obiettivo, il messaggio, le operazioni da effettuare, le risorse, i costi, le misurazioni (di tempo, di luogo), le conclusioni
  9. "quanto mi costo?", per individuare i costi dell'attività e per capire se ci sono voci su cui si sta spendendo troppo senza un ritorno di investimento adeguato
  10. "quanto devo guadagnare davvero?", per non coprire solo i costi, ma darsi anche uno stipendio in linea con la professionalità e l'esperienza, stabilire una soglia sotto cui non scendere mai, scegliere la politica dei prezzi (cioè posizionarsi sul mercato), fare i prezzi (cioè creare un listino) e differenziare le entrate tramite una serie di offerte
  11. "qual è il mio entourage?",  per identificare un sistema di supporto senza cui ben difficilmente si va avanti, cioè la famiglia, la rete di professionisti, i fornitori (commercialista, avvocato, legati all'attività)
Alla fine del percorso ecco pronto il business plan! Creativo, all'italiana, su misura e a portata di mano per tutte le volte che serve. 
Ciao, vado a farlo ^_^
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mercoledì 6 luglio 2016

Una stanza al mese: la pattumiera in cucina

La pattumiera, ovvero il contenitore dei rifiuti domestici: dove, come, perché (domande sull'orlo di una crisi di nervi)?
Produciamo rifiuti a gran velocità - pensa a quante cose buttiamo in un giorno! - e dove li mettiamo? Dipende da come i nostri comuni ne gestiscono la raccolta e lo smaltimento, e dagli spazi che abbiamo a disposizione in casa. La pattumiera (spesso formata da più bidoni) può essere in cucina, sul balcone, nel ripostiglio, in cortile; di solito nascosta alla vista, facile da pulire e che non intralci.
Le sue funzioni sono:

  • raccogliere i rifiuti domestici
  • dividere i diversi tipi di rifiuti per permetterne il riciclo e lo smaltimento adeguato
  • eliminare i rifiuti
Per esempio, quando ero piccola non esisteva la raccolta differenziata: ogni rifiuto finiva nel sacchetto di plastica azzurro (quello della spesa) appeso all'interno dell'anta del mobile sottolavello. Quand'era colmo, i miei genitori lo estraevano dal supporto, lo annodavano e lo davano a noi bambine da gettare. C'era una porticina di metallo sul pianerottolo delle scale condominiali: l'aprivamo, infilavamo il sacchetto, la chiudevamo e il sacchetto scivolava giù fino a un bidone posto il cantina. Una volta a settimana il bidone (forse più di uno) finiva sul marciapiede di fronte al condominio e i "netturbini" lo svuotavano.
Poi, una decina d'anni più tardi, sono apparsi i cassonetti e le campane del vetro e della carta: primi tentativi di differenziazione dei rifiuti in casa e per le strade, con effetti collaterali poco gradevoli (spazi domestici insufficienti, vetri rotti sparsi ovunque, rifiuti  persi per strada, cassonetti straripanti, puzza, nauseabonde scie liquide post raccolta, mancanza di parcheggi e di decoro). 
Infine, arriva la raccolta differenziata porta a porta: ogni famiglia smista i propri rifiuti in casa (o in uno spazio apposito condominiale) e li espone in strada nei giorni stabiliti secondo le indicazioni comunali. Le aziende producono contenitori domestici a più vani (da esterno e da interno), le cucine si adeguano a queste nuove abitudini, e pure noi.

Il paese in cui abitiamo è un gran sostenitore della raccolta differenziata porta a porta; la nostra è una casa di cortile, il cortile si affaccia su un vicolo stretto e in un piccolo slargo trovano posto i bidoni di quattro famiglie: trovare una soluzione efficiente per organizzare la pattumiera è stata una delle nostre priorità.  

Dove

La nostra pattumiera si trova nel mobile sottolavello in cucina, perché è la stanza in cui produciamo più rifiuti (cucinando e ritirando la spesa alimentare) e perché si trova al piano terra, quello che viviamo di più. In più ci sono tre cestini, nello studio e nei due bagni - di cui potremmo fare a meno, ma siamo pigri...

paroladordine-unastanzaalmese-cucina-pattumiera


Come

Il mobile sottolavello ha un cassetto e un cassettone. Nel cassetto ci sono due contenitori per sacchetti (compostabili per l'umido, di plastica bianca per l'indistinto, vari dai negozi), tre sacchetti per pile, farmaci scaduti e cartucce per stampanti, un contenitore per le pastiglie della lavastoviglie, uno per spugne e guanti, il calendario della raccolta e un rotolo di carta assorbente. Nel cassettone ci sono quattro bidoncini - uno doppio per la carta e la plastica, uno con coperchio per l'alluminio, uno con coperchio per il vetro e uno con coperchio per l'indistinto. C'è anche un secchio con coperchio per i detergenti.
Il bidoncino dell'umido, invece, è sopra al piano di lavoro della cucina: preferisco avere un contenitore piccolo, a portata di mano e facile da pulire.
Appena tutti i bidoncini son pieni, il marito (gli tocca, ha sposato una scizzinosa) li svuota nei bidoni più grandi, che teniamo in cortile. Quando è il giorno di raccolta, di sera li espone in strada e al rientro dal lavoro li riporta in cortile, li lava e... tutto ricomincia da capo!
Quando i sacchetti di pile, farmaci e cartucce d'inchiostro sono pieni, invece, li svuotiamo direttamente nei bidoni appositi posti in piazza e vicino alla farmacia.

paroladordine-unastanzaalmese-cucina-pattumiera-sottolavello


Perché 

Il calendario è il punto di partenza: è dato dal Comune alla fine dell'anno per l'anno successivo, e ci sono tutte le informazioni per dividere correttamente i rifiuti (carta, plastica, metalli, umido, indistindo, verde, ingombranti, indumenti) usare i contenitori appropriati (sacco rosa a rendere per la carta, sacco rosa a perdere per la plastica, sacco rosa a rendere per i metalli, bidone per il vetro, sacchetto compostabile e bidoncino per l'umido, sacchi bianchi conformi dati dal Comune per l'indistinto, bidone carrellato o sacco verde a rendere per gli scarti vegetali) ed esporli nei giorni giusti. 

paroaldordine-unatsanzaalmese-cucina-pattumiera-calendario

Ti lascio l'identikit della perfetta pattumiera:

paroladordine-identikit-pattumiera

Buona organizzazione!

venerdì 1 luglio 2016

Desktop organizzato: sfondo Luglio 2016

Ed eccoci a luglio; questo mese ti regalo uno sfondo giallo pieno, così puoi usarlo come scusa per tenere gli occhiali da sole anche in ufficio, che ne dici? In questo modo puoi fantasticare sul prossimo angolo da organizzare senza farti scoprire...però shhhh, teniamocelo tra me e te...




(Clicca su uno dei seguenti formati 
per scaricare lo sfondo corrispondente)

paroladordine-calendario-sfondo-desktop

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