martedì 18 dicembre 2018

Si scrive hygge si pronuncia “hooga”

La tua vita ti piace, ma ti sta stretto come la vivi. Hai realizzato parecchi sogni – il lavoro, la casa, gli amici, la famiglia, i viaggi – eppure senti che qualcosa ti manca. È come mangiare un’insalata senza condimento: ci si abitua a tutto, anche alla mancanza di sapore, ma a lungo andare si perde il gusto.

La ricerca del tuo vero stile di vita non è sempre facile: desideri divertirti mentre lavori, fare più pause per ricaricare la tua energia oppure curare corpo e mente praticando sport? Forse nelle tue giornate ci vuole un pizzico di hygge, un condimento semplice e gustoso che dà vita anche ai sapori più piatti.

È quel che ho scoperto leggendo il libro Hygge. La via danese alla felicità di Meik Wiking.
L’autore è il direttore dell’Happiness Research Institute di Copenaghen, “un istituto di ricerca indipendente che analizza benessere, felicità e qualità della vita”: qui i ricercatori esplorano “le cause e gli effetti della felicità umana” e lavorano “per migliorare la qualità della vita dei cittadini di tutto il mondo”. Un po’ come facevano i filosofi dell’antichità, ma con dati statistici alla mano.

partoladordine stile di vita hygge

La Danimarca è uno dei paesi più felici al mondo, nonostante i lunghi e freddi mesi di buio e i numerosi giorni di pioggia. Il segreto della felicità danese è la combinazione di due fattori: uno politico (“la capacità del modello assistenziale di ridurre rischio, incertezza e ansia tra i cittadini e prevenire l’infelicità estrema”) e l’altro culturale, la hygge.

La hygge è legata alla felicità e, più che una parola, è un’atmosfera, un’esperienza, nonché il tratto distintivo dell’identità culturale dei danesi.
L’etimologia delle parole è come un album di fotografie: c’è tutta la loro storia, dalla nascita allo sviluppo, dalla maturità al disuso. Pare che hygga derivi da una parola norvegese che significa “benessere” e sia imparentata con la parola hug (che deriva da hugge, “abbracciare”) e con il termine norreno  hygga, “confortare” (che deriva da hugr, “stato d’animo”, che proviene dalla parola germanica hugjian, che rimanda all’inglese antico hycgan, “pensare, riflettere”).

La hygge è l’atmosfera che si crea con luce soffusa, dolci e buon cibo, un maglione avvolgente e calzettoni di lana, un angolo tutto per sé in casa (hyggekrog), lo scoppiettio del legno nel camino, coperte, cuscini, libri, il Natale. E soprattutto l’intimità, con se stessi, con amici e parenti, perché “il modo migliore per stabilire se siamo felici o no sono i nostri rapporti sociali”.

Il libro stesso è pervaso da un’atmosfera hyggelig: leggerlo è un vero piacere. Soprattutto mi piace – oltre ai dolci, al camino e alle bevande calde! – la capacità dei danesi di trasformare i punti deboli (come il buio, il freddo e la pioggia) in opportunità e risorse per vivere bene.

Poiché questo è l’ultimo articolo dell’anno (ci ritroviamo martedì 8 gennaio!), ti lascio adesso il mio augurio per il 2019: cogliere le opportunità che ogni giorno ti offre per scoprire e realizzare lo stile di vita dei tuoi sogni. Buone feste hyggeligt!

paroladordine Meik Wiking hygge

martedì 11 dicembre 2018

Le liste, l’agenda e il calendario.

  “Presto, che è tardi!”, dicevo qualche anno fa, trafelata come il Bianconiglio. Ora è tutta un’altra canzone: me la prendo con calma, so sempre che cosa fare e quando farla. Le mie giornate sono intense e semplici, sostenibili e proficue.
  Ho investito il mio tempo in letture, corsi ed esperimenti per vivere bene il mio tempo: non è stata una cosa immediata, anzi, c’è voluta molta pazienza.

  Se anche tu vuoi imparare a usare bene il tuo tempo, ti suggerisco i tre strumenti di cui non posso più fare a meno: le liste, l’agenda e il calendario.
  1. Le liste sono il mio punto di partenza.
      Le uso per assicurarmi di non dimenticare nulla in vari ambiti e occasioni: con le liste di controllo (una serie di azioni) mi aiuto ad acquisire nuove abitudini; con le liste delle cose da fare (oggi, domani, in generale) mi ricordo i piccoli impegni; con le liste di progetto (che cosa fare quando) mi rendo conto di come procedere; con le liste delle cose da non fare  (perdi-tempo, dissipa-energia e riempi-spazio) mi do delle regole; con le liste degli impegni importanti (quel che davvero conta) mi guido ogni giorno verso i miei obiettivi.
      Le liste sono la mia salvezza: funzionano come memoria esterna (quella interna è bucata!) e alleggeriscono la mente.
  1. L’agenda è il luogo della mia pianificazione.
      La uso per sapere sempre che cosa sto facendo e perché: con la tabella annuale decido come distribuire il lavoro in base a feste, avvenimenti, stagioni e vacanze; con le tabelle mensili suddivido gli impegni secondo gli appuntamenti e le scadenze di ogni settimana; con le tabelle settimanali decido quando fare cosa per portare avanti i miei progetti ogni giorno; con le tabelle giornaliere distribuisco appuntamenti, impegni importanti e piccole cose sul lavoro e a casa.
      L'agenda è la mia assistente personale: ogni giorno mi ricorda che cosa fare e ha sempre la visione d'insieme sotto controllo - almeno lei! (Ho appena stampato le pagine per l’agenda 2019: ho fatto qualche cambiamento rispetto al 2018, te ne racconterò presto!)
  1. Il calendario è il posto della condivisione.
      Lo uso per rendere partecipe il marito dei miei impegni, e viceversa. In famiglia usiamo il Calendario di Paroladordine per la famiglia, centro strategico della centrale di comando: è diviso in quattro colonne su cui segnare scadenze, appuntamenti, attività di casa (come bollette, rate, controlli) e di noi quattro – due umani e due canidi. Ora che la famiglia si è allargata, useremo due colori diversi per segnare vaccinazioni, medicine e visite di Baldo (otto anni di bellissima e paciosa mescolanza di razze) e Flora (sette anni di buffissimo e prepotente segugio).
      Il calendario per la famiglia è un vero e proprio salva-tempo: azzera le solite domande (“Domani ci sei per portare i canidi dal veterinario?”) e responsabilizza chiunque sappia leggerlo e compilarlo.

  A proposito di calendari... il Calendario di Paroldordine per la famiglia 2019 c'è!
  Anche quest'anno è in formato pdf (trovi le istruzioni per assemblarlo e usarlo sullla sua ultima pagina), ma sarà l’ultima volta.
  L’anno prossimo tornerà in formato cartaceo! Se vuoi già prenotare la tua copia (o le tue copie) del Calendario di Paroladordine per la famiglia 2020, scrivimi senza indugio.


martedì 4 dicembre 2018

Quel che conta davvero

Sto facendo il punto della situazione, in anticipo di qualche settimana: questo mese sarà pieno di impegni e alla fine dell’anno voglio arrivarci preparata.
  Perché sono fatta alla vecchia maniera, per me l’anno inizia a gennaio e finisce a dicembre, nel cuore dell’inverno (e non a settembre, a fine estate).

  Quest’anno sono stata la cliente di me stessa, ho chiesto aiuto alla professionista dell’organizzazione per capire dove volessi andare e quali cambiamenti desiderassi vivere. È stato difficile ascoltarmi e seguire i miei consigli, un po’ per la tendenza istintiva ad anteporre le richieste altrui alle mie, un po’ per la stanchezza mentale e fisica che mi accompagna da qualche mese. Ed è stato utile, perché ho potuto immedesimarmi ancor di più in chi mi chiede aiuto e ha bisogno di un supporto esterno.

Che cosa ho imparato (e ancora sto imparando)

  È difficile capire che cosa si vuole davvero, che cosa davvero conta per noi. Ho riflettuto a lungo e ora so di voler cambiare il mio stile di vita: non quello che faccio, ma come lo faccio. La mia vita mi piace (è semplice, su misura per me, con soddisfazioni inaspettate) ma il modo in cui vivo è migliorabile.
  Ho usato il metodo di Eisenhower per suddividere i miei bisogni e desideri secondo quattro criteri (importante e urgente, importante e non urgente, non importante e urgente, non importante e non urgente) e scelto di conseguenza i miei obiettivi per il 2018: solo ciò che è in linea con il mio stile di vita ideale.

Le difficoltà che ho incontrato (e ancora sto incontrando)

  Avevo tre obiettivi precisi e le migliori intenzioni, ma qualcosa è andato storto. Ho dovuto fare i conti con una stanchezza noiosa e persistente, che mi ha obbligata a rallentare e ricalibrare gli obiettivi: meno energie, infatti, equivalgono a più ore.
  Conosco le cause di questa stanchezza, sono legate al mio modo di essere e, proprio per questo motivo, difficili da risolvere all’istante. Ma non demordo.
  In questi mesi ho lavorato sulle urgenze importanti (scadenze da rispettare, occasioni da prendere al volo, acciacchi da curare), valutato l’importanza di alcuni impegni presi, pianificato e - soprattutto - chiesto aiuto per riuscire nei miei intenti.

  Dei tre obiettivi da raggiungere entro la fine del 2018, mi sono concentrata soprattutto sul primo, il più importante in assoluto: vivere in modo sano. Ho curato alcuni acciacchi e ne ho scoperti di nuovi, ne tengo sotto controllo altri e chiedo aiuto agli esperti. So che per star bene ho bisogno di far tanto movimento, liberare la mente e mangiare bene: ancora non sono diventate abitudini, ma ci sto lavorando!

  P.S. Non dimentico gli altri obiettivi: li ho solo rimandati di qualche mese e saranno al centro dei miei pensieri nel 2019.

paroladordine dicembre 2018
"Le cose davvero importanti sono raramente urgenti e
le cose urgenti sono raramente davvero importanti."
Dwight Eisenhower

(clicca su uno dei seguenti formati
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