Sabrina Toscani, Facciamo ordine. In casa nel lavoro nella vita, 2015 Mondadori |
L'autrice è Professional Organizer, titolare di Organizzare Italia (la prima impresa italiana di Professional Organizing) e presidente di APOI Associazione Professional Organizers Italia. Il suo è il primo libro di organizzazione scritto da una PO italiana per persone e famiglie italiane.
Il suo metodo si chiama Semplifica e Riprendi il Controllo (SRC), perché spiega come fare bene ciò che devi e trovare il tempo per ciò che vuoi, in base alle tue esigenze personali. Puoi raggiungere questo risultato seguendo le sei "mosse" del metodo:
- aumentare la consapevolezza per imparare a gestire gli spazi, i tempi e le energie nel migliore dei modi
- semplificare eliminando oggetti, impegni e compiti superflui
- valutare per sapere con certezza quanto spazio e tempo abbiamo a disposizione
- decidere e chiarire per capire cosa vogliamo davvero fare con le risorse a nostra disposizione
- organizzare per gestire meglio le nostre risorse e affrontare così gli imprevisti con più facilità
- mantenere continuando ad apprendere e adattarsi alle circostanze
Il libro è diviso in dieci capitoli e in due parti: la prima parte (capitoli da 1 a 4) è teorica e spiega quali meccanismi del cervello si mettono in moto durante tutte le fasi del metodo; la seconda parte (capitoli da 5 a 10) è pratica, ricca di esercizi e consigli.
Leggendo (anzi, studiando!) questo libro, ho capito molte cose:
- il mio perfezionismo non mi fa bene: devo mollare la presa, e impegnarmi al massimo per fare bene le mie cose senza pensare al risultato. In questo modo mi godo quel che sto facendo, ne sono contenta e non mi perdo via (= non perdo energie e tempo preziosi) in inutili sofismi.
La regola del "buono abbastanza", alla base del metodo SRC, mi ha aperto gli occhi; - la mia tendenza ad assecondare le cattive abitudini mi fa bene: devo conoscere me stessa e le mie risorse mentali da ottimizzare, per poter semplificare la mia vita. Solo in questo modo posso sapere su quali punti di forza contare e quali punti deboli volgere al meglio;
- qual è la causa del ronzio sommesso da multitasking (= la capacità del computer di compiere più attività contemporaneamente): il cervello non è un computer e non ha ventole di raffreddamento! Il cervello è programmato per fare una cosa alla volta, quindi fare più cose contemporaneamente è come non fare nulla;
- iniziare troppe cose assieme non mi fa bene: devo chiudere il cerchio, cioè terminare tutto ciò che ho iniziato, per non essere distratta continuamente dal pensiero di dover concludere. Solo così, un compito alla volta, il mio cervello può archiviarlo e dedicarsi ad altro;
- la mia abitudine a scrivere mi fa bene: ogni volta che riporto su un quaderno i cerchi aperti alleggerisco la mia mente e mi sento più lucida. Memorizzare altrove, infatti, libera lo spazio mentale;
- lo spazio influenza il mio stato emotivo: ecco perché quando non corrisponde alle mie esigenze (riposo, lavoro, divertimento) mi sento distratta e insofferente. In un momento difficile della mia vita sono arrivata a odiare la mia casa... ma lei non c'entra nulla! Sono io che devo renderla funzionale alle mie esigenze, soprattutto alle esigenze in divenire;
- dividere in quattro categorie gli oggetti mi fa bene: da conservatrice sapere che solo un quarto dei miei oggetti sono cianfrusaglie da eliminare, mi rasserena. Gli altri tre quarti sono i miei tesori, i miei strumenti e gli oggetti utili e che mi fanno star bene: loro mi danno qualcosa, e io devo loro le cure di cui hanno bisogno;
- la procrastinazione mi fa male: spesso sono in balia di pigrizia, paura di sbagliare o perfezionismo e perdo di vista l'obiettivo finale. Non è colpa mia: impegnarmi per realizzare qualcosa di lontano nel futuro non mi dà quella sensazione piacevole che provo, invece, a realizzare qualcosa di semplice e immediato. Ma è un inganno in cui non devo cascare;
- la mia attitudine a programmare mi fa bene: da sempre uso le liste delle cose da fare e i calendari per individuare un obiettivo, dividerlo in compiti, valutare il tempo e le energie necessari per realizzarli. In questo modo so cosa devo fare ogni giorno e come procede il mio progetto: mi sento alleggerita e focalizzata sul risultato;
- le regole ci rendono liberi: l'ho sempre pensato e provato sulla mia pelle. La costanza, la determinazione e la dedizione aiutano a mantenere alto il livello di forza di volontà: per esercitarmi ogni settimana mi prefiggo tre attività, che con l'andare del tempo diventano delle nuove sane abitudini;
- l'organizzazione mi rende libera di godermi la vita: perché è uno strumento per fare ciò che voglio e per farlo al meglio delle mie possibilità.
Il metodo SRC, infatti, non è assoluto per tutti: è personalizzabile (si adatta agli stili di vita e all'indole delle persone) ed è flessibile (si adatta all'evoluzione che gli stili di vita e l'indole delle persone subiscono nel tempo). In poche parole: per ogni proprietario, trova la scarpetta giusta!
L'ho comprato su tuo suggerimento e poco alla volta me lo sto studiando :-)
RispondiEliminaÈ un libro piccolo, ma le apparenze ingannano: c'è tanto da studiare!
EliminaTra le cose che mi son piaciute di più, è proprio il "su misura", non solo per il metodo DRC, ma anche per il libro: se già conosci gli studi a cui si riferisce Sabrina nella parte teorica, puoi anche saltarla; se invece non li conosci e ti incuriosiscono, puoi affidarti alla bibliografia e.. darci dentro ;)
Ciao
RispondiEliminaNella lista di considerazioni che hai fatto dopo aver letto il libro trovo molto di me. In fondo le esperienze di chi ad un certo punto si ferma e decide di cambiare sono più o meno simili. Un post molto interessante di cui condivido molte cose che hai scritto. Grazie. Anna
Cara Anna, grazie a te: è sempre una gran cosa trovare qualcuno che sa comprenderci. Se riusciamo a guardare dentro di noi, il punto di non ritorno è un'ottima occasione per iniziare una vita migliore - più simile a quel che siamo veramente. Ti auguro un buon cambiamento ^_^
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