martedì 23 febbraio 2016

Le interviste: Federica e il suo angolo studio

Ci sono stanze, luoghi, zone di casa che non stanno mai ferme: si spostano da una parte all'altra, cambiano forma e aspetto - a volte anche sostanza e contenuto. Finché non trovano il loro "posto nel mondo" non si danno pace, e non la danno a chi in quella casa ci vive.
Per contare queste aree errabonde dentro e fuori casa nostra non bastano le dita di due mani (ahimé! Mani nei capelli e occhi spiritati)...  ma oggi non son qui per parlarti di loro (fiuuu).
Oggi voglio raccontarti la storia di uno studio e lo voglio fare attraverso le parole di chi l'ha vissuta intensamente e ha progettato la soluzione finale. Lei è Federica Peri, donna dallo spiccato senso estetico e, naturalmente, organizzativo!

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Immagine di Federica Peri

Domanda: Ciao, Federica! Ci racconti la storia del tuo studio?
Risposta: Volentieri! Lo studio ha vissuto molteplici modifiche, che si sono susseguite negli anni con l'evoluzione della famiglia. Quando eravamo una coppia lo studio era nella seconda stanza, ma con l'arrivo della prima bimba, è stato relegato in un angolo del soggiorno. La ridefinizione di questo spazio, tuttavia, non è mai stata completata e l'arrivo della seconda bimba ci ha imposto il cambiamento definitivo.
Domanda: Quale problema era più urgente risolvere?
Risposta: L'esigenza principale è stata quella di creare un vero e proprio angolo studio, con spazi contenitivi per i documenti di casa e di lavoro di mio marito. Così come lo avevamo abbandonato non era né studio, né soggiorno, ma se ne stava in bella vista in tutta la sua trascuratezza: il nostro è un soggiorno open-space (ingresso, zona giorno e zona salotto) e questa bruttura stonava proprio!
Inoltre, ridefinire lo studio ci avrebbe permesso di liberare da documenti e faldoni una vetrinetta presente nella cameretta, dedicandola a vero e proprio armadio per la bimba più grande e aumentando, di fatto, lo spazio contenitivo a disposizione per i vestiti delle due bimbe.
Domanda: In base a quali necessità della tua famiglia, hai riorganizzato l'angolo studio?
Risposta: La prima necessità a cui far fronte era quella di creare uno spazio contenitivo chiuso. Lo studio è a vista, ricavato in un angolo del soggiorno già ricco di personalità, perciò la scelta di mobili chiusi avrebbe aiutato a celare la zona archivio senza interferire con lo stile dell'ambiente. E la giusta alternanza dei ripiani a vista avrebbe permesso di creare movimento e dare personalità anche a questo piccolo angolo.
La seconda necessità era meramente affettiva: mio marito non voleva rinunciare a un tavolo da cucina, da tempo ormai dedicato a scrivania. La parete di mobili doveva, quindi, essere costruita in modo da poter inglobare questo tavolo.
In ultimo, viviamo in un appartamento ricavato dalla ristrutturazione di un sottotetto e dovevamo fare i conti con un soffitto spiovente, consapevoli che l'angolo studio avrebbe richiesto delle misure particolari. La soluzione più facile sarebbe stata quella di rivolgersi a un falegname e fare tutto su misura, ma i costi di un progetto di questo tipo non sarebbero andati d'amore e d'accordo con le nostre finanze.
Domanda: Come vivete abitualmente questo spazio di casa?
Risposta: Lo studio è sfruttato da mio marito che lavora da casa un paio di giorni alla settimana - e non è un campione dell'ordine! Più in generale, viene utilizzato come zona per l'archiviazione di tutte le documentazioni domestiche e riguardanti la famiglia (pratiche auto, bollette, cartelle sanitarie, cancelleria, attrezzatura fotografica,  eccetera).

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Immagine di Federica Peri

Domanda: Come hai progettato il nuovo angolo studio?
Risposta: Ho svolto un vero e proprio studio a tavolino dello spazio disponibile e degli oggetti che dovevano essere riposti all'interno della libreria. Cioè, non solo ho ottimizzato la disposizione degli arredi per sfruttare al massimo lo spazio disponibile, ma ho anche valutato quali dimensioni interne dei mobili e dei ripiani fossero necessarie per contenere il maggior numero di faldoni, documenti e scatole del nostro "archivio di famiglia".
Domanda: Quali soluzioni hai adottato per risolvere i problemi iniziali?
Risposta: Per coniugare tutte le esigenze estetiche, finanziarie e di progetto ho esaminato diverse soluzioni contenitive proposte da Ikea. Invece dei mobili da soggiorno, che non offrono un'ampia scelta delle dimensioni, ho preferito il sistema modulare dei pensili per la cucina: si può scegliere tra diverse profondità e larghezze, e tra diversi tipi di ante e di pensili a vista.
Ho completato il progetto su carta e poi valutato assieme a mio marito la fattibilità da un punto di vista pratico. In particolare, abbiamo controllato di poter appendere i pensili alle guide da parete (proprio come nelle cucine): in questo modo attaccarli sarebbe stato più semplice e, soprattutto, avremmo fatto meno buchi nel muro, senza il rischio di avere pensili disallineati.
Inoltre, appendere i pensili alle guide da parete ci ha permesso di non posarli su piedini, con un risultato esteticamente migliore.
Infine, abbiamo concluso il progetto in negozio, scegliendo dal vivo le ante e i pensili a giorno.
Domanda: Come si presenta ora lo studio dopo la riorganizzazione?
Risposta: I pensili che abbiamo scelto ci hanno permesso di sfruttare al massimo lo spazio disponibile, di inglobare il tavolo di mio marito e di ottimizzare gli spazi interni per contenere tutti i documenti che volevamo archiviare.
L'angolo studio ora ha una sua personalità in linea con le scelte estetiche già presenti nell'intera zona giorno. I pensili chiusi nascondono l'archivio (che di bello non ha proprio nulla!) e i pensili a giorno movimentano la composizione dandole carattere.

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Immagine di Federica Peri

Buona organizzazione!

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