martedì 18 luglio 2017

Lo studio all'aria

Fa caldo, molto caldo. Dalle mie parti è soprattutto umido: giorni di ordinaria afa si alternano a giorni di temporali spettacolari ma poco efficaci - l'acqua s'asciuga subito, mentre l'aria s'impregna di pesante umidità. Per questo motivo ho abbandonato l'idea di trasferire lo studio in giardino, sul tavolo all'ombra del patio - come faccio quando l'estate è più ventilata.

Lavorare all'aria aperta, però, mi manca: i fiori, la brezza, le api che ronzano, gli uccelli che cinguettano, il Baldo che prende il sole alleggeriscono il lavoro e mi sembra di non-lavorare*.

paroladordine-spazio-studio-estate

Mai come quest'anno ho bisogno di ogni mezzo per alleggerirmi, perciò ho preparato il piano B, da mettere in pratica quando soffia qualche refolo d'aria in più:
  • sfruttare il fresco del cortile, che rimane in ombra per tutto il mattino
  • spostare il piccolo tavolo rotondo (inutilizzato) dal giardino al cortile
  • prendere uno sgabello leggero (già in casa)
  • tener pronta la borsa-lavoro con tutto l'occorrente (agenda, astuccio, quaderno, libri, auricolari)
  • aggiungere un po' di tecnologia (tavoletta elettronica, telefono e, per ogni evenienza, la prolunga per l'alimentatore della tavoletta elettronica)

Appena fa fresco/fa caldo/piove posso allestire/smontare velocemente lo studio in cortile: tavolo in garage, sgabello in casa assieme al resto nella borsa-lavoro e con due sole mosse tutto è a posto.
Della serie: cogli l'attimo fuggente!

paroladordine-spazio-borsalavoro

* Voce del verbo non-lavorare: quando ti trovi in un ambiente ameno e/o con persone piacevoli e, pur lavorando, ti sembra di fare altro.

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