Sempre di fretta, in affanno, con la sensazione di correre tutto il giorno e arrivare a sera con la meta ancora lontana, inseguita da un senso di colpa ogni giorno più grande… Una gran fatica, sempre.
Quando aveva lasciato il lavoro da dipendente per avviare un’attività in proprio, aveva deciso di dare una svolta alla sua vita e di cambiare questo suo modo di fare: basta ritardi!
Un rituale serale le ha salvato la vita: controllare l’agenda per ricordarsi gli impegni del giorno dopo, preparare il materiale di lavoro, appendere sulla sedia i vestiti (già stirati) e gli accessori da indossare l’indomani, imbandire la tavola per la colazione appena finito di cenare.
Ora A. si prepara con tranquillità, esce di casa mezz’ora prima, arriva in orario agli appuntamenti. Soprattutto ha imparato a calcolare quanto tempo impiega a fare le cose e quanto lasciarne agli imprevisti. Non tutti gli imprevisti sono prevedibili, in questo caso avvisa subito del ritardo, senza scuse inventate - che è meglio!
Ecco che cos’altro ha imparato:
- prevenire è meglio! Cioè cercare le cause dei suoi ritardi (colazione, vestiti, documenti, telefonate, benzina, traffico) per anticiparle;
- instaurare un rito serale per chiudere la giornata di lavoro, prepararsi con piacere a quella successiva e alla notte di riposo;
- partire almeno quindici-trenta minuti prima per far fronte a ingorghi stradali, lavori in corso, lunghe ricerche del parcheggio;
- fare subito benzina appena il serbatoio della macchina è in riserva;
- tenere sempre da parte dei soldi per fare benzina.
Soprattutto ha capito, facendone esperienza, che una serie di piccoli gesti ripetuti ogni sera dà inizio a una nuova e sana abitudine, in linea con lo stile di vita desiderato, e trasforma un circolo vizioso in uno virtuoso.
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