martedì 17 marzo 2015

Quando una sedia da lavoro migliora la vita

Attenzione: post lungo e denso di emozioni! Il contenuto potrebbe sembrare fuori tema, ma non lo è.

La sedia giusta ogni giorno toglie il medico di torno: è quel che ho (inaspettatamente) imparato alla premiazione delle nuove dodici Blogger CF style.
Venerdì 6 marzo da Presso a Milano, CasaFacile ha organizzato per l'occasione una giornata d'incontri e di formazione: abbiamo partecipato ai seminari della guru di social media marketing Enrica Crivello e del fotografo Giandomenico Frassi, e a un esperimento.
Poiché sono la-donna-che-sperimenta non posso non parlartene.

Ad accoglierci c'era un grande tavolo di lavoro con ventiquattro sedie, tra cui alcune molto particolari. Ho scelto subito una sedia alta su rotelle con uno stranissimo poggiapiedi rotante dotato di una sfera costolata, e - soprattutto - di un bel verde acido brillante. Mi sentivo un po' instabile, lassù, in balia di ogni movimento di rotelle e poggiapiedi, ma ci sono rimasta per tre ore (comodamente - e senza cadere) fino a quando ci hanno proposto un "gioco": testare una di quelle sedute particolari, valutare la sua compatibilità col nostro lavoro e compilare un questionario. Ad aiutarci nell'impresa c'erano Angelo Mandrini (general menager) ed Eleonora Capurso (marketing and digital content coordinator) di Varier Furniture.
Naturalmente, poiché siamo blogger e la nostra prerogativa è la curiosità, le abbiamo provate tutte in cerca di quella giusta. Sorprendente come ognuna abbia trovato la sua.

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Fotografia Cappello A Bombetta
Inizio chiedendo notizie sulla sedia verde acido. Si chiama HÅG Capisco Puls ed è una sedia da ufficio, ma definirla tale è riduttivo: ultimo stadio dell'evoluzione della seduta a sella, è regolabile in altezza (fino a una posizione semieretta!), profondità del sedile, altezza dello schienale e inclinazione all'indietro. Per esempio i restauratori di affreschi parietali - ci dice Angelo Mandrini - la usano a tutta altezza, appoggiandosi col petto allo schienale! Infatti, una volta regolata sul mio corpo tutto cambia: dai lineamenti (felici) all'assoluta comodità e stabilità anche mentre mi muovo - vedere la foto per credere!
L'adoro, ma procedo nella mia ricerca: provo tutte le altre sedie (pure la poltrona Gravity balans: sono sicura che apporterebbe un gran giovamento al mio lavoro!), fino ad arrivare alla sedia che devo testare per il questionario: la Thatsit balans. Qualche piccola manovra e, una volta calibrata la sua struttura alla mia, mi sono sentita a casa: mi siedo, appoggio le ginocchia sulle imbottiture, simulo di scrivere al computer e di rilassarmi con una tazza di tè in mano, appoggio le braccia allo schienale, mi dondolo (amo dondolarmi!), appoggio un piede per terra, poi tutti e due... L'ho trovata! Questa è la seduta giusta per me sia in punta di dita sulla tastiera, sia rilassata all'indietro. Ora, naturalmente, la desidero con tutta me stessa.

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È lei, la mia seduta: confortevole, mi sostiene e asseconda la mia libertà,
elegante come il segno di un'antica scrittura. Fotografia Varier
Forse ti chiedi cosa possa c'entrare una sedia da ufficio con l'organizzazione. Ebbene, negli ultimi due mesi sto riorganizzando la mia vita lavorativa - per migliorare anche il mio tempo libero - spronata dalla lettura illuminante di 4 ore alla settimana. Mi sto concentrando per ottenere più risultati con meno ore di lavoro: da dieci sono scesa a sei ore al dì passate seduta davanti al computer.
Scrivo con tanta foga da avere sempre i muscoli irrigiditi (dalle mascelle ai polpacci) e a fine giornata sono indolenzita ovunque. A lungo andare gli indolenzimenti sono diventati dolori cronici e difficoltà a fare dei semplici movimenti (come sollevare la gamba per chiudere la portiera quando sono seduta in macchina: allucinante, non ho nemmeno l'età di mia nonna). Il mio problema è che rimango fissa in una posizione assurda per ore intere e il mio corpo prende quella caratteristica forma da "secchiona": la schiena a mezzaluna, il collo quasi orizzontale, le gambe accavallate e le spalle che paiono le cascate del Niagara.
Non va bene. Con la Thatsit balans, invece, potrei:
  • eliminare il dolore lombare, alleggerendo la schiena (grazie al piano di seduta inclinato di 30° e agli appoggi per le ginocchia)
  • raddrizzare la schiena, mantenendo la sua normale curvatura (sempre grazie al piano di seduta inclinato e attivo, cioè in movimento)
  • raddrizzare il collo, decontraendo i muscoli (grazie alla postura corretta di cui sopra e all'oscillazione in avanti e indietro)
  • alleggerire i polpacci, migliorando la circolazione del sangue (grazie alle diverse posizioni per gambe e piedi)
  • muovermi in continuo senza accorgermene, assecondando un'attitudine umana importantissima (grazie alla base basculante)
Non solo: la combinazione di piano di seduta leggermente inclinato + appoggi per le ginocchia mi permetterebbe di aprire il torace, aumentando l'ossigenazione, e quindi di migliorare l'attenzione e la concentrazione.
Tutto questo ce lo spiegano loro con passione e dedizione, alzando e abbassando leve, scrutando le nostre posizioni, il rilassamento del corpo e l'espressione dei nostri volti, rispondendo alle mille domande e accontentando ogni richiesta. Sono solo in due, ma riescono a soddisfare la curiosità di ventiquattro blogger!
E lo proviamo noi col nostro corpo: nonostante il poco tempo a disposizione per l'esperimento, ci ritroviamo con schiene diritte, gambe leggere e più serene.

In poche parole: cervello ossigenato e muscoli sempre in movimento, cioè mente e corpo felici. Soprattutto muscoli mai più rattrappiti o bloccati in assurde posizioni dopo sei ore di lavoro, ma pronti per una passeggiata e per godersi il tempo libero.
Quindi posso affermare: la scelta di una seduta funzionale al proprio lavoro rientra in una buona organizzazione.

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P.S. In tutto questo - tra premiazioni, riconoscimenti, insegnamenti ed esperimenti - mi sono goduta la gioia immensa di riabbracciare care amiche e di conoscerne di nuove (strepitose). Il tempo vola via in fretta quando si sta in ottima compagnia, ma rimane nel cuore.

P.P.S. C'è stato pure un momento "carramba!", quando chiacchierando della Gravity balans (sulla Gravity balans) con Eleonora Capurso, ho scoperto di averli conosciuti tanti anni fa - in un'altra vita, quando mai avrei immaginato tututto - e l'emozione è stata forte.

P.P.P.S. Questo non è un post sponsorizzato: il prodotto mi piace (in particolare la Thatsit balans, se non si era capito!) e una buona organizzazione prevede la scelta di strumenti che migliorino la vita.

4 commenti:

  1. Mentre leggevo il tuo post mi è venuto spontaneo raddrizzare la schiena, il collo... ma senza lo strumento giusto l'intento dura pochissimo. Voglio anch'io una Varier :-)

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  2. Fatto la stessa cosa anche io! eheheheh

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