martedì 5 marzo 2019

Agenda, voce del verbo fare

  L’armatura degli antichi soldati era formata da due tipi di armi: quelle da offesa per colpire il nemico e quelle da difesa per resistere agli assalti del nemico. Queste sono le mie preferite: scudi, elmi, corazza, schinieri – alcune sono delle vere opere d’arte in bronzo. Ognuno ha i suoi nemici e le sue difese, io mi difendo dalla scarsa memoria e dalla dispersione d’intenti con l’agenda.
  In particolar modo, con la sezione Agenda, che in latino significa proprio “cose da fare”. È l’involucro dei miei desideri, lì dentro stanno al sicuro, non si perdono in giro e maturano senza interruzioni. Protegge i miei sogni, grazie a un lavoro preparatorio meticoloso e a un controllo paziente, mese dopo mese.

  Di solito a marzo i buoni propositi d’inizio anno sbiadiscono, gli obiettivi si offuscano, le energie evaporano: tutto si confonde e si procede a tentoni. Da quando curo con attenzione la sezione Agenda, non è più così: ho tutto sotto controllo, mi basta leggere le etichette per trovar quel che mi serve e non mi perdo più lungo la strada.
  Ti racconto che cosa contiene, a che cosa mi serve ogni singola parte e come le uso: spero ti sia utile.

  • Gli obiettivi personali di lungo periodo. Il lavoro è solo una parte della mia vita, anche se molto consistente, e le altre parti sono ancor più importanti: per esempio, la salute (intesa come benessere fisico, mentale e relazionale) e la realizzazione personale. Qui scrivo come sarò tra cinque anni e i progressi da fare ogni anno: è una dichiarazione d’intenti, da rileggere ogni volta che tentenno.
  • Il business plan (o almeno la sua essenza), con gli obiettivi lavorativi di breve, medio e lungo periodo. È il punto di riferimento per il mio lavoro e mi serve per capire dove voglio arrivare, con quali mezzi e con chi condividere il percorso. Il mio business plan è ormai quasi completato: ho raccolto tutti i dati e sto “dando i numeri”, quelli che trasformano i sogni in desideri e i desideri in obiettivi concreti e realizzabili. Ne sono davvero entusiasta!
  • Il piano editoriale annuale, con le attività suddivise per trimestre. È la visione d’insieme di quel che farò nei prossimi mesi, da guardare ogni mese. Grazie al business plan, per me è più chiaro capire che cosa voglio fare e per chi; quindi preparare il piano editoriale diventa più facile (più facile, non facile!). 
  • Un vademecum per il piano editoriale, con le indicazioni per redigere il piano annuale, mensile, settimanale, giornaliero, il calendario editoriale e i vari controlli. Mi aiuta a trasformare delle semplici parole su un foglio in azioni reali – da consultare sempre.
  • La lista “cose-da-fare”, con attività generiche, non legate a progetti particolari, ma più agli obiettivi personali. È un po’ come la “borsa dentro la borsa”, mi aiuta ad avere sempre con me i piccoli indispensabili, qualsiasi cosa stia facendo: ogni mattina controllo se posso fare qualcosa (prendere un appuntamento o un’informazione, scrivere o telefonare a qualcuno, acquistare o realizzare qualcosa).
  • La lista “cose-da-non-fare”, con attività che non mi aiutano a stare bene, lavorative e non.
  • La lista “cose-da-fare-da-sola”, con attività che mi aiutano a stare bene (non lavorative), cui dedicare il mio tempo per me.
  • Le liste “progetti”, con le attività necessarie per portare avanti e concludere i progetti lavorativi. Per me fondamentali, sono il punto d’incontro tra le intenzioni e gli impegni quotidiani: spuntare le voci dall’elenco è come aprire le caselle del calendario dell’avvento! 

  A chi mi chiede aiuto per usare bene il tempo e ha un obiettivo importante da raggiungere, consiglio sempre l’agenda. Per me è lo strumento migliore per pianificare e programmare quel che ti sei proposta di fare: con le caratteristiche giuste (anelli, divisori, etichette) è flessibile perché segue la tua personalità e i cambiamenti in corso, agile perché è semplice da usare, protettiva perché ti difende da imprevisti, confusione e perdita di motivazione.

Paroladordine agenda fare

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