Per ora mi accontenterei di una parete e una porta per chiudere lo studio dal resto di casa e tenere lontani i cani e l'umano che entrano ed escono dal mio spazio di lavoro con estrema facilità e spensieratezza.
Chi ha provato in questi mesi a lavorare da casa ha conosciuto la frustrazione di essere distratti e interrotti da chiunque per qualunque motivo, la maggior parte rinviabile a momenti migliori. Lavoro da casa da quando ho smesso di scavare nei cantieri archeologici, circa una quindicina di anni fa, non ho mai avuto uno studio isolato dal resto del mondo e per questo mi sento un'esperta di distrazioni esterne.
La settimana scorsa ho scritto di distrazioni emotive, le più difficili da eliminare perché nascono dalla nostra mente e non sempre siamo capaci di lasciare andare le nostre emozioni, i nostri sentimenti e i nostri pensieri.
Le distrazioni esterne, invece, sarebbero più facili da eliminare. Uso il condizionale, perché alcune dipendono da noi e ne abbiamo il controllo, altre invece dipendono dalle persone con cui viviamo e altre ancora dal contesto in cui ci troviamo.
Le distrazioni sensoriali che dipendono da noi sono, per esempio, lo squillo del telefono, le suonerie e le vibrazioni delle notifiche di applicazioni, i vari suoni dei vari apparecchi elettronici che usiamo in casa. In questo caso la soluzione per eliminarle durante le ore di lavoro è semplice e immediata:
- attiva la modalità silenziosa del telefono mobile;
- stacca la cornetta o abbassa tutto il volume del telefono fisso (se ancora lo usi);
- a mali estremi, fai la stessa cosa con il citofono di casa;
- fa' in modo che lavastoviglie, lavatrice e asciugatrice inizino e finiscano i loro cicli di lavaggio e asciugatura in orari diversi dal tuo lavoro (al mattino presto o la sera);
- avvisa famiglia, parenti, amici, colleghi, fornitori e clienti che sei reperibile solo in certi orari di certi giorni (affinché non chiamino i vicini o i vigili urbani per scoprire che fine hai fatto!);
- ricordati di riattivare tutto quanto quando hai finito di lavorare.
Le distrazioni esterne che dipendono dalle persone con cui viviamo sono le più insidiose, soprattutto se non esiste una barriera fisica che ci protegga dalle loro interruzioni. Sono sicura che conosci bene questo tipo di distrazioni: i cani e i gatti che hanno fame, sete, voglia di coccole, bisogno di uscire, voglia di giocare; i bambini che richiedono la tua attenzione mentre giocano, disegnano, fanno i compiti; gli adulti che ti chiedono se stai lavorando (ehm), se hai un "attimino", se sai già cosa mangerete per cena, un favore, una precisazione, un aiuto...
Se hai uno studio in una stanza separata dal resto di casa, le soluzioni sono più facili:
- concorda con la tua famiglia le ore da dedicare al lavoro, agli altri e alla casa;
- con l'aiuto di una tabella settimanale condivisa, tieni informati grandi e piccini dei tuoi orari di lavoro;
- appendi all'esterno della porta del tuo studio un cartello con scritto: "sto lavorando, non disturbare, per favore";
- chiudi la porta, se necessario anche a chiave, e resisti a ogni tentazione di rispondere alle richieste recidive;
- rispetta gli orari di lavoro, perché il tuo turno con la famiglia e le faccende di casa corrisponde al turno di lavoro di qualcun altro.
Fa' lo stesso anche se non hai uno studio appartato vero e proprio, e armati di pazienza perché dovrai ripetere più volte che mentre lavori hai bisogno di tutta la tua concentrazione.
Con le distrazioni sensoriali che dipendono dall'ambiente circostante non si può fare molto: i vicini avvezzi a urlare continueranno a urlare, l'adolescente che ascolta musica tunz tunz continuerà ad ascoltarla, i furgoni che sostano sotto casa con il motore accesso continueranno a tenerlo acceso, il traffico che sfreccia sulla strada continuerà a sfrecciare. Si eliminano con un buon isolamento acustico, ma non sempre si può.
Per fortuna ci dà una mano il nostro cervello con l'attenzione selettiva, la capacità di concentrarsi su una singola cosa ignorando un'infinità di altri stimoli (suoni, forme, colori, gusti, odori e sensazioni) che potrebbero catturare la nostra attenzione. In pratica, nella parte più "nuova" del nostro cervello (le regioni prefrontali) alcuni neuroni rafforzano i segnali su cui vuoi concentrarti e attenuano i segnali che decidi di ignorare; lo fanno sia con gli stimoli sensoriali, sia con le emozioni. Così più ti alleni a concentrarti su ciò che stai facendo, meno sei rapita dalle emozioni in ogni ambito della tua vita.
La capacità di spostare l'attenzione da una cosa a un'altra è davvero importante per il nostro benessere. E, mentre aspetto di avere un ufficio tutto mio con vista lago, sogghigno quando il vicino mi dice: "Stavamo parlando ad alta voce, non ci hai sentiti?". No, non vi ho sentito, ero concentrata sul lavoro!
P.S. Per lo studio sto meditando di aggiungere una vetrata in stile veranda anti interferenze canine e umane: bella (è leggera e fa passare la luce) e utile.
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