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Perché intervistare i PO? Perché in Italia è un mestiere nuovo, insolito e ancora poco conosciuto: ci vogliono motiviazioni forti (soprattutto dal punto di vista emotivo) per decidere di intraprendere questa strada.
L'origine di una scelta m'incuriosisce sempre e mi incuriosisce pure scoprire il sottile filo che unisce le varie fasi di un'evoluzione. Sono convinta, infatti, che la scelta di diventare PO sia strettamente legata a un'evoluzione interiore e personale: dopo aver sperimentato i benefici dell'organizzazione su di sé, non si può fare a meno di farli conoscere anche agli altri. Un po' come quando ci si innamora di un libro che ci ha cambiato la vita: "Leggilo," diciamo, "poi mi dirai."
Ciao, Sabrina! Raccontaci un po' di te: che lavoro faveci prima di diventare PO?
Ho collezionato varie esperienze: sono stata all'estero molti anni, prima come responsabile di un'azienda italiana e poi nel marketing di diverse aziende. Una volta tornata in Italia, ho lavorato molti anni come libera professionista e consulente aziendale. Infine, la voglia di creare e sviluppare un progetto tutto mio ha prevalso su tutto e ho cominciato a operare come Professional Organizer fondando Organizzare Italia, che ora è una società a responsabilità limitata semplificata e una Start Up a Vocazione Sociale.
Ecco, trovo interessantissimo che un'impresa di Personal Organizing sia riconosciuta per la sua vocazione sociale: puoi spiegarci di cosa si tratta? L'impatto sociale avviene su più livelli - per semplificare: se le persone sono messe nelle condizioni di sapersi organizzare meglio, possono gestire bene le proprie risorse (spazi, tempi, soldi) con una ricaduta non solo sull'ambito individuale, ma anche su ciò che è intorno alla persona - colleghi, amici, parenti e la società tutta. Un esempio facile da fare è quello aziendale: la disorganizzazione del singolo individuo mette a repentaglio l'efficienza dell'intera azienda, causando uno spreco di risorse. Se invece ognuno impara ad organizzarsi meglio, il vantaggio ricade su tutta l'azienda. La stessa cosa accade, appunto, nella vita sociale: ordine chiama ordine.
Perché hai deciso di diventare una PO? Cioè, quali motivazioni ti hanno fatto capire che era la strada giusta da percorrere?
Ho sempre avuto il desiderio di sviluppare un'impresa tutta mia e, dopo vari tentativi, un giorno ho avuto proprio un segnale molto chiaro: avevo un'idea e sentivo in cuor mio che poteva essere valida, quindi ho iniziato a sondare il mercato... La motivazione, poi, è salita con il riscontro da parte delle persone che trovavano utile e formativo ciò che insegnavo.
Come sei diventata PO e qual è stato il tuo percorso?
La prima idea - la lampadina di Archimede Pitagorico, appunto! - mi è venuta pensando a quanto le persone si complichino la vita, spesso su dettagli abbastanza banali. Molto spesso - mi sembrava - la risposta per complicarsi meno la vita era di tipo organizzativo. Da qui la relativa considerazione: nessuno ci insegna i metodi e le strategie per affrontare i vari impegni quotidiani! Nella nostra vita non c'è mai un'occasione - a scuola o al lavoro - in cui ci viene insegnato come organizzare e gestire le cose: tutto è lasciato al caso. Eppure è fondamentale!
Così ho cominciato a studiare su libri e siti americani e mi si è aperto un mondo. Ho cercato di declinare il pragmatismo statunitense per adattarlo alla mentalità italiana: i risultati arrivavano. Quindi ho seguito questa strada, impegnandomi nella divulgazione e formazione, oltre che negli interventi individuali e personalizzati.
Non a caso il tuo metodo si chiama Semplifica e Riprendi il Controllo. Lo spieghi nel tuo libro Facciamo ordine: un libro in apparenza piccolo, ma grande nei contenuti! Una curiosità, perché hai scelto questo titolo?
La scelta è avvenuta insieme all'editore, doveva essere un titolo facile e subito comprensibile. Aggiungendo poi in casa, nel lavoro, nella vita mi sembra che abbiamo centrato l'obiettivo.
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Che cosa ti affascina di più del mondo dell'organizzazione?
Mi piace il fatto che si tratta di una realtà trasversale: l'organizzazione si trova dappertutto ed è sempre utile e necessaria. Mi piace la connessione tra vari mondi e ambiti diversi, trovo sia molto arricchente: il Professional Orgnaizing mi permette di gravitare in diversi contesti e con persone con i più svariati bagagli culturali. Ed è anche molto divertente!
Confermo! Di cosa ti occupi principalmente?
Mi occupo principalmente di formazione: per migliorare le abilità organizzative di chi vuole imparare a gestire meglio le proprie risorse, e per aiutare chi desidera diventare Professional Organizer e dare il via a una nuova professione.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Vedere crescere sempre più il mercato del Professional Organizing in Italia e vederlo diventare una vera e propria filiera. E poi contribuire allo sviluppo delle abilità organizzative degli italiani: se la creatività e l'improvvisazione italiana si coniugano a un po' di organizzazione in più... spacchiamo! ;)
Intervista bella ed interessante. L'entusiamo e la passione di Sabrina Toscani si percepiscono e invogliano alla lettura. Grazie Alessandra!
RispondiEliminaDavvero interessantissimo, complimenti a Sabrina Toscani per la passione e l'intuizione!
RispondiEliminaDire che è coinvolgente è riduttivo!!!
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